La presidente dell’associazione WWF zona frentana e costa teatina segnala un nuovo attacco alla spiaggia delle dune nei pressi di Ortona e della strada Postilli Riccio.
Secondo Fabrizia Arduini nell’area dunale di Ortona si ripeterebbe il fenomeno delle costruzioni sulle spiagge e di interventi inutili di ripascimento.
“Ancora una volta l’associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina è costretta a puntare il dito su una delle annose situazioni che, oltre ad avere un impatto ambientale, hanno anche un notevole impatto economico, sia in forma diretta che indiretta. Obiettivo dell’ennesimo attacco è la nostra splendida spiaggia che va da Postilli al Riccio, dove, nella parte più a sud, nel 2007 fu istituito il parco delle dune poiché area di pregio naturalistico. Una sorta di risarcimento etico per la parte devastata, quella più a nord, dalla inutile opera viaria che ha contribuito ad indebitare il comune, la strada Postilli Riccio. Opera che il WWF condannò, chiedendo il solo potenziamento della strada già esistente. I nostri timori, purtroppo, stanno diventando realtà: la lenta cementificazione dell’area è un’operazione rischiosa, potenzialmente devastante e stupida nell’era dei cambiamenti climatici, in cui tutte le indicazioni della Unione Europea vertono sulla rinaturalizzazione degli arenili e sull’arretramento del nuovo urbanizzato necessario, la soluzione più efficace per contenere l’ingressione marina.
Vedere ancora oggi che si costruisce sulle spiagge, invece di riqualificare e migliorare l’esistente e recuperare il patrimonio edilizio abbandonato, è veramente un pugno al buon senso. Nel caso specifico si tratta di una palazzina di circa due piani, in costruzione vicino alla ex scuola elementare. La nostra associazione ha intenzione di vederci chiaro e verificare, tramite accesso agli atti, come sia stato possibile costruire ancora in queste zone, stante la normativa di settore che regolamenta la gestione di queste aree, in particolare la legge nazionale del 1985 – Galasso – che vietava di costruire entro i 300 metri dalla battigia e la serie di vincoli paesaggistici previsti, oltre al Piano Paesistico Regionale. A questo si aggiunge l’ennesimo prelievo di sabbia per l’inutile, dannoso e costoso ripascimento davanti a stabilimenti balneari a cui si è consentito di costruire dentro l’espansione dell’onda. Sono attività inutili, costose e dannose perché si altera con mezzi meccanici il delicato equilibrio di un ecosistema complesso, in questo caso il punto di prelievo è proprio il Parco Comunale delle Dune.
Quello che ci amareggia è che quei soldi usati per il ripascimento annuale potrebbero essere usati per un progetto di riqualificazione naturalistica del Parco delle Dune, per la sua ripulitura a mano, magari coinvolgendo anche la Comunità locale e le associazioni. Lasciare quella parte di spiaggia di riconosciuta valenza naturalistica nell’abbandono totale, piena di rifiuti, pista per i quod o per rave party, è una pessima fotografia dell’intera città”.