Chieti, Oncologia chiusa per il ponte del 2 giugno

Anche un esposto in Procura per la vicenda del reparto di Oncologia del Policlinico di Chieti chiuso per il ponte del 2 giugno. Pazienti infuriati, valanghe di telefonate ai carabinieri e disagi per l’intera giornata di ieri.

Senza cadere nella facile trappola tesa da moralismi e retorica è impossibile non domandarsi come sia possibile che un reparto, come quello di Oncologia del Policlinico di Colle dell’Ara a Chieti, possa permettersi il “lusso” di restar chiuso per il ponte del 2 giugno. Ebbene, ora anche la Procura dovrà far luce visto che vi sarebbe già un esposto sul reparto vuoto nel giorno dopo la festa, ossia ieri venerdì 3, con file di pazienti infuriati, analisi del sangue inutili e valanghe di telefonate ai carabinieri. Tra stupore e indignazione è accaduto che molti pazienti ai quali erano stati fissati prelievi o visite per il giorno 3 giugno si sono sentiti dire che in reparto non c’era il personale medico assente per essersi concesso il ponte dopo la festa del 2 giugno. E se qualcuno si è già rivolto al Tribunale del Malato in molti hanno portato rabbia e urla nell’ufficio del direttore generale, Flacco, il quale pare non fosse a conoscenza della chiusura del reparto. Una cosa è certa: quanto accaduto ieri all’ospedale di Colle dell’Ara non resterà ” impunito”.

La replica del direttore del reparto Clara Natoli:

Clara Natoli, ordinario di Oncologia all’Università di Chieti e direttore dell’omonima unità operativa al “SS. Annunziata”, manifesta sincero imbarazzo per l’episodio denunciato da una paziente che non è riuscita in quella giornata ad accedere al Servizio, ma ci tiene a spiegare le motivazioni della scelta e le modalità con cui era stata programmata la chiusura.

Il direttore Natoli afferma “Sono molto dispiaciuta per quanto accaduto, perché creare disagio ai pazienti è davvero l’ultima cosa che vorremmo, ma che il Servizio restasse chiuso nella giornata del 3 giugno era stato ampiamente condiviso e comunicato.Come accaduto in altre occasioni cerchiamo di utilizzare una giornata a cavallo tra due festivi per dare al personale la possibilità di recuperare l’accumulo di stress che un lavoro come il nostro comporta . Lo stesso vale per i pazienti, che pure si giovano di una breve pausa nel percorso impegnativo che seguono tra terapie e controlli. Proprio nel rispetto di tutti e per non creare problemi a nessuno, non abbiamo programmato per quella giornata attività di alcun tipo, e non era perciò prevedibile l’arrivo di pazienti. Aggiungo che la chiusura del servizio per il 3 giugno era stata ampiamente comunicata alla Direzione medica di presidio e ai pazienti, sia in modo diretto sia attraverso cartelli affissi negli ambulatori e nei corridoi. D’altra parte lavoriamo in regime di day hospital, con attività programmate dal lunedì al venerdì, e siamo chiusi nei giorni festivi e nel week-end, perciò non può esserci addebitata l’interruzione di pubblico servizio né la responsabilità di avere lasciato all’abbandono i malati che si sono presentati in reparto per chiedere un’impegnativa e mostrare i risultati di un esame. Mi rincresce sapere che abbiano patito un disagio, e mi scuso profondamente per questo, ma non posso accettare l’accusa di inefficienza o, peggio, di indifferenza nei confronti dei pazienti. Tutti quelli che frequentano il nostro Servizio sanno con quanta dedizione personale medico e infermieristico lavorino ogni giorno e quanto abbiano a cuore la loro sofferenza, fisica e psicologica di cui ci si fa carico totalmente e con tutta la professionalità che possiamo mettere in campo. Per tutti questi motivi, pur comprendendo le ragioni di ognuno, non posso accettare che l’Oncologia di Chieti passi come disorganizzata, inefficiente o insensibile ai bisogni dei malati, semplicemente perché non è vero. E non può essere che un episodio come questo, dove peraltro non si è creato alcun vuoto assistenziale, vanifichi un lavoro che ogni giorno portiamo avanti con serietà e passione”,

 

Barbara Orsini: