La Commissione italiana per l’Unesco, all’unanimità, ha decido di candidare la Perdonanza Celestiniana per il riconoscimento di “Bene Patrimonio Immateriale”.
La Commissione italiana per l’Unesco, all’unanimità, candida la Perdonanza Celestiniana e la cultura del tartufo per i riconoscimenti di beni “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”. L’Italia annovera ben 51 siti inseriti dall’Unesco nella Lista del Patrimonio dell’Umanità, la World Heritage List. Quella di Sito Patrimonio dell’Umanità è la denominazione ufficiale di queste aree secondo la Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972. Nella lista del patrimonio immateriale Unesco è ora in corsa “L’arte dei pizzaiuoli napoletani”. L’esito di questa valutazione, precisa l’esperto legale e curatore del dossier di candidatura Pier Luigi Petrillo, sarà noto a ottobre prossimo, mentre dal 4 all’8 dicembre 2017, a Seul in Corea del Sud, si saprà se la pizza
entrerà ufficialmente nella prestigiosa lista Unesco. Oggi la Commissione italiana per l’Unesco ha ricandidato la “Perdonanza Celestiniana”, e la valutazione di questo dossier prenderà il via a Parigi quest’anno per concludersi nel 2018.
Lo scopo di tale convenzione è di identificare, secondo precisi criteri, aree, siti e luoghi che rappresentano delle peculiarità di particolare importanza da un punto di vista culturale, artistico, archeologico, ambientale o paesaggistico. Con 51 siti inclusi nella lista del Patrimonio dell’Umanità, l’Italia si pone in testa a tutti i paesi per numero di riconoscimenti. Si tratta di luoghi ben conosciuti come Le Dolomiti, la Città di Verona, Ferrara e il Delta del Po, al Nord; il Centro storico di San Gimignano e quelli di Firenze e Roma, Villa Adriana e Villa D’Este a Tivoli, nel Centro Italia; l’Area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, I Sassi e il parco delle chiese rupestri di Matera, la Costiera Amalfitana, le Isole Eolie, e via dicendo. Tutti luoghi che almeno una volta nella vita sono stati oggetto del desiderio di viaggiare per conoscere e vivere la storia, l’arte e la cultura del Bel Paese.
Il 17 ottobre 2003 la Conferenza Generale Unesco ha approvato la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, per la tutela della cultura tradizionale e del folclore del nostro Pianeta.
L’Unesco si pone lo scopo di salvaguardare questi capolavori per evitarne la scomparsa, preservando lo stupefacente insieme di linguaggi, rituali, consuetudini sociali, cognizioni e prassi relative ai saperi legati all’artigianato che nei millenni si sono tramandati di generazione in generazione rappresentando le sfumature e le differenziazioni insite nell’evoluzione dell’Umanità.