Dopo le polemiche e le proteste dei giorni scorsi innescate dalla notizia di tagli di diversi alberi a Pescara, abbiamo girato domande tecniche ad un esperto agronomo il quale ci ha spiegato perchè “quei pini vanno tagliati e subito”.
“Se anzichè tra condomini e strade cittadine quei pini fossero cresciuti in un bosco oppure una riserva naturale non staremmo qui a fare troppi discorsi e polemiche: la natura compirebbe il suo naturale ciclo vitale facendoli cadere senza però feriti e danni”. Così al nostro microfono Matteo Colarossi vicepresidente Ordine provinciale degli agronomi e forestali di Pescara: nelle sue parole il senso “tecnico” del perchè il Comune di Pescar fa bene a procedere, meglio se con una certa rapidità esecutiva, al taglio dei pini in difesa dei quali ieri come oggi sono scesi in strada ambientalisti e residenti. Un’ intervista quella al dottor Colarossi nell’ambito della quale ci sono stati spiegati fenomeni naturali e radici pericolose, chiome minacciose e rami storti: unico filo conduttore la necessità di eliminare il prima possibile le piante individuate dall’amministrazione comunale come pericolose e instabili.
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Intanto le associazioni WWF, Legambiente, Italia Nostra, FAI, Forum H2O, Miladonnambiente, CONALPA e Pro Natura, ringraziano il Sindaco Marco Alessandrini per avere avuto la sensibilità di convocare a breve (per venerdì 2 settembre) l’incontro richiesto, ma nello stesso tempo ricordano, come già evidenziato nell’oggetto della lettera inviata al Comune il 29 agosto scorso, che la momentanea sospensione degli abbattimenti resta un atto preliminare indispensabile per poter avviare un sereno confronto.
Le associazioni affermano “Sicuri che la logica richiesta sarà pienamente accolta dall’amministrazione municipale di Pescara, le associazioni confermano la loro piena disponibilità: “Abbiamo chiesto – questa in sintesi la posizione espressa – al sindaco di Pescara di fare in modo che i tagli vengano interrotti quanto meno sino a tutto venerdì. Incontrarsi mentre la strage continua non avrebbe infatti alcun senso”.
Armando Foschi di Pescaramipiace interviene chiedendo formalmente la sospensione dell’abbattimento di 121 alberi storici a Pescara. “L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ afferma che la decisione è stata presa dal sindaco Alessandrini sulla base di una sola perizia redatta da un agronomo esterno, il dottor Carlo Massimo Rabottini.
In una nota si legge ” Piuttosto, sollecitando l’intervento diretto e autorevole del Prefetto di Pescara, il dottor Francesco Provolo, abbiamo chiesto il coinvolgimento delle professionalità qualificate del Corpo Forestale dello Stato per l’esecuzione di una controperizia capace di smentire, correggere o eventualmente anche confermare la relazione dell’agronomo Rabottini, ma dando alla città la reale certezza che quelle 121 piante non possono essere salvate. La lettera, indirizzata al Prefetto Provolo, al Colonnello Giancarlo D’Amato, comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, e allo stesso sindaco Alessandrini, sino a oggi, quest’ultimo, sordo alle istanze dei cittadini, è stata protocollata ieri mattina e siamo certi di un tempestivo riscontro da part delle autorità cittadine. E’ inutile girarci intorno: se oggi il verde cittadino versa in uno stato di complessivo e totale abbandono è solo grazie alla totale assenza di manutenzione registrata negli ultimi due anni della giunta Alessandrini, che oggi preferisce amputare piuttosto che curare. Ma sbagliano il sindaco e la sua giunta se credono di farla franca per l’ennesima volta: se intendono macchiarsi della grave colpa di privare la città del suo patrimonio arboreo, devono anche prepararsi a una battaglia e, soprattutto, a rispondere a una serie di incongruenze che abbiamo messo in rilievo nella lettera odierna. L’abbattimento di 121 alberi storici, a detta del sindaco Alessandrini, dell’assessore delegato Laura Di Pietro, e del vicesindaco Del Vecchio, sarebbe infatti determinato da una presunta ‘messa in sicurezza’ della città a fronte di piante che sarebbero a rischio crollo, secondo una stima-perizia effettuata da un agronomo esterno incaricato dal Comune, il dottor Carlo Massimo Rabottini, il quale, in spensierata solitudine, non disponendo di una controperizia redatta in contraddittorio, ha decretato la vita e la morte delle piante storiche della nostra città. Ora, innanzitutto non si comprende perché il Comune di Pescara, pur disponendo nella propria pianta organica e nei propri uffici, di due agronomi, figure professionali di elevata specializzazione, da anni responsabili della cura e della manutenzione del verde cittadino, Mario Caudullo e Vincenzo Evangelista, coadiuvati da un Dirigente, Pierpaolo Pescara, specializzato in architettura del verde, abbia deciso di affidare all’esterno della macchina comunale tale stima e perizia, evidentemente non fidandosi del lavoro e del parere dei propri dipendenti, relegati al ruolo di ‘passacarte’, ma aggravando di una ulteriore spesa i cittadini di Pescara. Inoltre: se corrisponde al vero la perizia dell’agronomo Carlo Massimo Rabottini, il quale ha evidenziato la massima pericolosità dei 121 alberi da abbattere, posizionati in strade strategiche e altamente frequentate dai cittadini, come via Rigopiano (a ridosso di un Palazzetto dello Sport), via Vespucci (dove insistono negozi, uffici e scuole), viale Pepe (dinanzi allo Stadio Adriatico), o viale Kennedy, solo per citarne alcune, va da sé che una situazione di tale gravità richiederebbe comunque, da parte del sindaco Alessandrini, la firma di un’ordinanza di massima urgenza per chiudere al traffico, veicolare e pedonale, e interdire l’utilizzo totale di quelle strade interessate sin da subito, visto che un albero per il quale si è predetto un ‘crollo imminente’ non lancia messaggi di preallerta prima di precipitare al suolo o di ‘colpire un bersaglio’. E invece oggi sappiamo che la relazione del dott. Rabottini è stata depositata diversi mesi fa in Comune e sino a oggi il sindaco Alessandrini non ha ritenuto di dover adottare alcuna misura restrittiva per limitare o interdire la fruizione di strade e marciapiedi posti a ridosso degli alberi sul punto di cadere. Se ne deduce la carenza di una reale emergenza tale da giustificare il taglio repentino di quelle piante, per le quali un solo agronomo ha certificato la necessità di abbattimento, o, in caso contrario, il sindaco Alessandrini stesso si starebbe esponendo a una grave corresponsabilità in caso di eventuali crolli. Per tali ragioni l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ ha chiesto al Prefetto Provolo, al Comandante del Corpo Forestale dello Stato e al sindaco Alessandrini di disporre la temporanea sospensione delle procedure di abbattimento dei 121 alberi cittadini e di incaricare direttamente le professionalità del Corpo Forestale dello Stato di eseguire una controperizia sui 121 alberi in imminenza di abbattimento per verificare la reale condizione di stabilità o meno e, di conseguenza, l’effettiva necessità di rimozione di tali piante, la maggior parte delle quali storiche per la nostra città. Nelle more di tale perizia, che riveste, ovviamente, un carattere di urgenza, si chiede la sospensione di qualunque attività inerente gli alberi cittadini per capire se le potature in programma possano o meno essere eseguite nel periodo estivo, senza correre il rischio di danneggiare il nostro patrimonio arboreo, e se tali attività non rischino di coincidere con il periodo di riproduzione delle specie volatili che popolano gli alberi del nostro territorio”.