Siti Rete Natura, Febbo chiede attuazione sua risoluzione approvata. In Abruzzo si rischia di compromettere e bloccare il 40% del territorio .
“Dare seguito ed attuare la mia risoluzione (n.13) al fine di bloccare e correggere immediatamente la Delibera di Giunta Regionale n. 877, approvata il 27 dicembre 2016 avente per oggetto ‘Misure generali di conservazione per la tutela dei siti della Rete Natura 2000 della Regione Abruzzo’, altrimenti si rischia di generare caos e contenzioni inutili che danneggiano esclusivamente i portatori d’interesse che vivono e lavorano nei territori protetti delle aree Sic e ZPS”. Questa la richiesta avanzata nuovamente dal presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo che spiega come “agli inizi di febbraio ho presentato in commissione agricoltura una risoluzione urgente, votata anche dai consiglieri della maggioranza, dove si chiede, oltre la sospensione della Delibera in questione, la creazione di un tavolo tecnico di altissima competenza dove vi siano rappresentanti delle Associazioni ambientaliste, Parchi, Comuni, Tecnici e imprese, dove vengano discusse e recepite possibili modifiche e misure adeguate per la tutela dei siti della Rete Natura 2000 della Regione Abruzzo. Invece mi risulta che in queste ultime settimane – continua Febbo – i Carabinieri Forestali hanno prodotto verbali e pesanti sanzioni, ai danni di imprenditori agricoli ed allevatori, proprio a causa delle nuove norme e vincoli inserite nella Delibera 877. Un pasticcio che poteva e doveva essere evitato. Infatti ho più volte sottolineato come i nuovi vincoli e obblighi inseriti andavano a compromettere fortemente le aree interne e montane come il dotarsi, da parte dei Comuni, di un Piano di Assestamento forestale approvato al fine di svolgere attività forestali. Le disposizioni adottate nella 877 inoltre rischiano di determinare gravi danni al mondo degli allevatori in quanto gli indici di carico dei pascoli sono differenti rispetto a quelli per i quali il Settore Agricoltura ha definito intese con AGEA per i pagamenti della PAC, mentre per la selvicoltura con le datazioni temporali imposte di fatto non si consente l’esercizio delle attività boschive. Tutte problematiche – continua Febbo – discusse sia nella seduta della Commissione di Vigilanza del 1 febbraio u.s nonché in un tavolo tecnico presso il Dipartimento Politiche Agricole al quale hanno partecipato anche le Organizzazioni professionali agricole e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali il 16 gennaiochiedendo il ritiro della suddetta delibera. Infatti il sottoscritto, attraverso due note ufficiali datate il 9 marzo e 3 maggio, ho chiesto al Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, di dare immediatamente seguito quanto stabilito e approvato attraverso la mia risoluzione di febbraio scorso. È vergognoso quanto sta accadendo nelle aree interne della nostra Regione. Ancora una volta viene fuori l’inefficienza e l’inconcludenza di questa Giunta Regionale. In Abruzzo ci sono 54 SIC e 5 ZPS e pertanto il 40% del territorio regionale soggiace a vincoli di diversa natura. Oggi si è innescato solo un grande caos con il rischio di non garantire più la legna ai propri cittadini e quindi fare cassa attraverso l’uso commerciale, fermare i cantieri forestali in corso, bloccare gli interventi selvicolturali e di allevamento. Pertanto, – conclude Febbo – al fine di non compromettere irrimediabilmente e seriamente l’economia del settore forestale abruzzese, come richiesto sia dalle Organizzazioni Professionali sia dalla Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, invito l’esecutivo regionale a dare seguito alla risoluzione n. 13 già approvata in terza commissione”.