L’On. Melilla interviene sull’ incendio alla Pineta di Pescara. L’incendio di stanotte alla Pineta Dannunziana è un fatto grave su cui le Autorità preposte devono rapidamente accertare le cause e le responsabilità.
Non sarebbe tollerabile per la sicurezza di Pescara, afferma Gianni Melilla in una nota, avere dei piromani che impunemente possono distruggere l’ultimo lembo di una macchia mediterranea un tempo estesa su gran parte del litorale abruzzese. Mi considero un po’ il padre della riserva regionale della Pineta Dannunziana avendo presentato la proposta di legge poi approvata dal Consiglio Regionale ( legge regionale 95/2000 poi modificata dalla legge 19/2001 sempre a mia prima firma) che istituì la Riserva. Volli cambiare anche nome alla Pineta sino ad allora chiamata D’Avalos in omaggio ai marchesi D’Avalos. La legge la chiamò “Dannunziana”, per esaltare la “pescaresitá” di questo luogo così caro anche al grande poeta pescarese.
La riserva di 53 ettari, ha un bosco di 35 ettari con Pini d’Aleppo, lecci, piante di mirto e tante altre specie mediterranee. La sua fragilità è causata da secoli di aggressioni e incuria umana.
Basti pensare che sino a qualche anno fa, all’interno della Riserva vi era la Statale adriatica e tutti i mezzi pesanti che oggi passano sull’autostrada e sulla variante, un tempo passavano in mezzo alla Pineta, per non parlare di bivacchi, campeggi liberi, tagli non autorizzati, prostituzione e discariche di ogni tipo.
Il movimento che portò alla istituzione della Riserva, e per altri versi al recupero dell’ex Aurum, ne era un rudere abbandonato, vide in prima fila l’impegno della sezione locale del PCI guidata da Roberto Ferrini, con decine di iniziative e feste de L’Unità. Al PCI si unì l’impegno di tante associazioni ambientaliste e culturali, con urbanisti e architetti che organizzarono convegni e pubblicazioni per chiedere la tutela integrale della Pineta.
Ci siamo riusciti e ora dobbiamo difendere e valorizzare questo bene comune.
La Regione dal 2000 in poi ogni anno assegna al Comune i fondi per la manutenzione della Riserva. Bisogna investire maggiori risorse per la sua cura, pulizia, sorveglianza. Vanno stroncati fenomeni illegali di prostituzione e di abusi di ogni tipo sia di giorno che di notte, che sappiamo purtroppo esistere.
E poi vanno potenziate le attività didattiche e di divulgazione scientifica, le visite scolastiche, va creato uno spazio letterario all’interno della Riserva, vanno incentivate le attività di ricerca insieme all’Universitá D’Annunzio ( non a caso lo stesso nome e nello stesso luogo).
Al Comune e alla Regione Abruzzo chiedo ai sensi dell’articolo 4 e 5 della mia legge regionale 95 del lontano 2000 di approvare il Piano di Assetto Naturalistico e successivamente del Programma pluriennale di attuazione. Con questa strumentazione la Riserva potrà decollare perché deve essere chiaro a tutti che la Riserva non è un Parco normale come le decine esistenti nella nostra città. No:la Pineta Dannunziana è una Riserva regionale che segna l’identità ambientale e storico-culturale di Pescara. Per questo va gestita con grande rigore e lungimiranza per salvare il poco che è rimasto di quella grande macchia mediterranea pescarese e abruzzese. Ex malo bonum: dalla grande paura e indignazione per l’incendio di stanotte, traiamo l’insegnamento a fare della Pineta Dannunziana il luogo per eccellenza della bellezza di Pescara e della sua identità culturale e storica