Teramo, presunta truffa con azioni Tercas in aula consulente della Procura. Nuova udienza, questa mattina al Tribunale di Teramo, del processo sulla presunta truffa con le azioni Tercas, che secondo l’accusa sarebbero state vendute prospettandole ai clienti come un’operazione di pronti contro termine.
A salire sul banco dei testimoni il consulente tecnico della Procura Igor Catania, che ha riferito sia sulla prospettazione del prodotto finanziario ai clienti, così come emerso dalla documentazione da lui esaminata, sia sulla profilazione dei clienti attraverso i questionari Mifid. “Dal mio esame è emersa una sostanziale asimmetria su quanto percepito dai clienti e l’effettivo investimento sottoscritto – ha detto Catania – L’investimento riguardava infatti l’acquisto di azioni proprie di Banca Tercas, che su una scala da 1 a 5 hanno un rischio pari a 5. Mentre gli investitori hanno percepito di sottoscrivere un prodotto diverso, che è quello dei pronti contro termine e quindi un investimento a basso rischio, con una scadenza predeterminata e un tasso di interesse prestabilito”. Poi il passaggio sulla profilazione dei clienti. “Ho poi esaminato i vari questionari Mifid ed ho riscontrato una dicotomi anche qui – ha continuato il consulente – Nella seconda parte del questionario, dove si identificano gli obiettivi di investimento, quasi tutti i clienti sono risultati con un obiettivo temporale dell’investimento a lungo e medio termine, con una propensione al rischio alta o elevatissima, e con l’obiettivo principale di guadagnare molto pur correndo de rischi. Un profilo che mal si concilia con le informazioni generali fornite dagli stessi clienti nella prima parte del questionario”. Qui, in particolare, secondo il consulente della Procura, la maggior parte dei clienti con le relative risposte avrebbe infatti evidenziato una maggiore propensione al risparmio. “Molti clienti che avevano acquistato i prelativi pacchetti erano pensionati e dipendenti – ha aggiunto ancora Catania – in due casi pensionati ultraottantenni, con una propensione soprattutto all’accumulo patrimoniale, con una netta incompatibilità tra il profilo dell’investitore e il suo profilo di rischio”. Oltre a Catania sul banco dei testimoni sono saliti diversi testi, alcuni citati dalla Procura ed altri dalle difese degli imputati. A processo, davanti al giudice Flavio Conciatori, oltre all’ex dg Antonio Di Matteo, all’ex responsabile pro-tempore dell’area finanza della Tercas Lucio Pensilli e all’allora responsabile pro-tempore dell’area commerciale Alessio Trivelli, ci sono per questa vicenda altre 25 persone tra dirigenti, direttori di filiali e semplici impiegati, tutti accusati di truffa in concorso.