L’Aquila, operatori Gran sasso protestano per strada chiusa. In 150 manifestano a Santo Stefano di Sessanio.
Una manifestazione di protesta pacifica quella che si è svolta ieri a Santo Stefano di Sessanio, – 150 i partecipanti – contro la chiusura delle strade montane del Gran Sasso. Gli esercenti di tutti i borghi del comprensorio, riuniti nel comitato “#Io Vivo il Gran Sasso”, sono saliti a piedi fino al cumulo di sassi che chiude la strada provinciale 97, presso il bivio per Campo Imperatore.
“Negli ultimi giorni di dicembre, all’apice dell’accoglienza per il turismo di Capodanno, è stato riversato sulla strada da Santo Stefano di Sessanio a Rifugio Racollo, probabilmente da parte dell’amministrazione provinciale, un cumulo di sassi che chiude completamente il passaggio – hanno detto -.Se da un lato non possiamo pubblicamente accusare nessuno di questo scempio, dall’altro ci chiediamo come l’ente preposto (ovvero la Provincia), non sia corso a liberare la strada da questo cumulo di sassi, in queste giornate piene di sole e fondamentali per il turismo montano”. “Da anni oramai – hanno spiegato gli esercenti – tutte le vie di accesso a Campo Imperatore vengono chiuse fino ai primi di maggio, con o senza neve, da sbarre metalliche. L’impossibilità di accedere ad una delle zone più belle dell’Abruzzo e dell’Italia in generale e particolarmente votata al turismo e agli sport invernali, a causa di un sistema burocratico che non riesce ad assicurarne l’apertura, anzi ne garantisce la chiusura, crea ingenti danni economici ad un territorio già fortemente depresso”. Secondo gli operatori, ad esempio, il Rifugio Racollo ha dovuto disdire le prenotazioni, in un periodo dell’anno economicamente importante. “Chiediamo e vogliamo soluzioni a questo costante problema che riguarda Solo questa montagna della provincia di L’Aquila”.