Curva killer non protetta e né segnalata, indagati il sindaco e due funzionari del Comune di Collepietro per la morte di Willy Patrizi. Il Pm della Procura de L’Aquila, Fabio Picuti, ha richiesto una perizia filmata. Curva pericolosissima non protetta da alcun guardrail e neppure segnalata.
Il Pubblico Ministero della Procura de L’Aquila, Fabio Picuti, ha ravvisato responsabilità in capo al Comune di Collepietro nel decesso di Willy Patrizi, avvenuto il 2 gennaio 2017 in seguito ad una terribile fuoriuscita di strada lungo via La Fonte, nel territorio comunale collepietrano, iscrivendo nel registro degli indagati il sindaco e due funzionari e richiedendo una perizia cinematica per ricostruire la dinamica dell’incidente e appurare eventuali profili di colpa.
Un segnale importante per i genitori della vittima, che fin da subito avevano puntato il dito sulla pericolosità e la trascuratezza di quel tratto di viabilità e che per far piena luce sulla tragedia e ottenere giustizia, attraverso la consulente personale, avvocato Simona Longo, si sono rivolti a Studio 3A, società di patrocinatori stragiudiziali specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità, a tutela dei diritti dei cittadini.
Patrizi, che aveva solo 32 anni e risiedeva a Collepietro, alle 10.40 del mattino stava percorrendo con una Daewoo Matiz, con a bordo anche una conoscente e compaesana, via La Fonte, strada inter poderale molto insidiosa, con direzione di marcia in uscita dal centro abitato del piccolo paese abruzzese. All’improvviso l’automobilista, all’altezza del bivio con la Strada Provinciale 42 ed in corrispondenza di una curva a sinistra, in un tratto in discesa con forte pendenza, ha perso il controllo dell’auto, per cause che sono appunto in fase di accertamento e complice forse anche il ghiaccio presente sulla carreggiata, come avrebbe riferito la passeggera sopravvissuta. La vettura, dopo diversi e violenti urti e giravolte, il luogo è anche costeggiato da massi, ha terminato la sua corsa sul ciglio della Sp. 42. La passeggera, pur avendo riportato ferite gravi, trasportata con l’eliambulanza all’ospedale de L’Aquila, se l’è cavata; non c’è stato invece nulla da fare per il conducente, deceduto per i troppo gravi traumi riportati.
Da prassi la Procura, tramite il Sostituto Procuratore Fabio Picuti, ha subito aperto un fascicolo per omicidio colposo, inizialmente contro ignoti, disponendo l’autopsia sulla salma del giovane. Nei giorni scorsi, tuttavia, il magistrato, acquisiti tutti i verbali e il fascicolo fotografico realizzati dai carabinieri di Navelli, intervenuti per i rilievi, ha ritenuto di iscrivere nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo in concorso il sindaco del Comune d Collepietro, Massimo Tomassetti, Maria Rosaria Greco, in quanto responsabile dell’Ufficio tecnico, e Plinio Aloisio, in qualità di responsabile dell’ufficio di Polizia municipale, per “colpa consistita in negligenza, imprudenza e inosservanza dell’art. 14 del D. Lgs. 285/92 relativamente alla mancata vigilanza sulla strada comunale denominata “Via La Fonte” nei pressi dell’intersezione con la Sp 42 nel territorio di Collepietro”.
Ai tre indagati si imputa di aver omesso di apporre “barriere stradali di sicurezza, in corrispondenza della curva discendente volgente a sinistra in prossimità della suddetta strada provinciale (…), in modo da contenete i veicoli che dovessero tendere alla fuoriuscita dalla carreggiata stradale”, e una “segnaletica stradale idonea a segnalare lo specifico limite di velocità massima, l’elevata pendenza del tratto stradale e la presenza della suddetta curva di raggio ridotto, in tal modo provocando il decesso di Patrizi Willy”.
Il Pm ha altresì ravvisato la necessità, avanzando formale richiesta e notificandola alle parti, di procedere con incidente probatorio attraverso una perizia che sarà affidata a un consulente tecnico e mirata a “ricostruire la dinamica e la cinematica dell’incidente stradale evidenziando l’eventuale sussistenza di profili di colpa generica o specifica per violazione delle norme del codice penale e del codice della strada addebitabili agli indagati ed eziologicamente connessi all’incidente e al decesso della vittima”.