Pannella, il ricordo nel primo anniversario dalla sua scomparsa. Tanti i messaggi giunti dal mondo politico ed istituzionale per ricordare la figura di Marco Pannella ad un anno dalla sua morte. Boldrini, ha contagiato società con sfida libertà . Le sue battaglie figlie di passione civile e coerenza politica. Bonino, mai extraparlamentare, amava le istituzioni . Napolitano, da me e Pci chiusure riduttive. Critica a partitocrazia sempre politica, insieme su detenuti.
Ad un anno dalla morte del leader radicale Marco Pannella, il Comune di Teramo, sua città natale, Provincia, Università e Regione Abruzzo hanno nominato il primo nucleo del comitato scientifico per “lo studio e la valorizzazione della sua eredità intellettuale e politica”. Ne fanno parte l’attivista dei diritti civili Mirella Parachini, compagna di Pannella; Francesco Benigno professore ordinario di Storia moderna (Unite), Stefano Traini, professore ordinario di Filosofia e teoria dei linguaggi, preside della Facoltà di Scienze della comunicazione (Unite) dove insegna Semiotica; Silvio Araclio fondatore e direttore artistico dell’associazione culturale Spazio Tre, già docente di Comunicazione teatrale; Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale. “Pannella, decisivo nelle mutazioni del Paese, nel modo di fare politica, di comunicare, di occuparsi di diritti civili e di giustizia, rappresenta, per gli Enti promotori – scrivono gli stessi – la figura cui ispirarsi per costruire un progetto che chiami a raccolta a Teramo uomini e donne, di diversa ispirazione e interpreti di talenti e pensieri contemporanei. Una manifestazione che dovrebbe avere cadenza annuale e la cui formula sarà oggetto di riflessione e proposta da parte del Comitato scientifico”. Con una delibera presidenziale, inoltre, sempre stamani, la Provincia di Teramo, dopo un confronto tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti, ha formalizzato anche la costituzione di un consiglio direttivo composto dai rappresentanti istituzionali: per il Comune, il sindaco Maurizio Brucchi; per la Provincia, il presidente Renzo Di Sabatino; per l’Università, il rettore Luciano D’Amico; per la Regione Abruzzo, il presidente Luciano D’Alfonso. Questo pomeriggio, a Teramo, ci saranno due appuntamenti dedicati a Pannella: a partire dalle 17.30, al Teatro Romano una commemorazione promossa da Amnistia Giustizia Libertà Abruzzi e Teramo Nostra con il patrocinio del Comune e della Provincia di Teramo; alle 18.30 ai Giardini “Marco Pannella” del palazzo della Provincia, a cura del Maggio.Fest, è previsto un concerto della Benedetto Marcello – Quartetto Saramago con la partecipazione del mezzosoprano, Alba Riccioni. La scuola di teatro Spazio Tre presenta “Pericolosamente” di Eduardo Di Filippo; lettura scenica di Vincenzo Macedone e Mauro Di Girolamo
Laura Boldrini
Il merito più grande di Marco Pannella è stata la sua “inesauribile ed appassionata tenacia nel voler contagiare la società civile con importanti e sempre nuove sfide di libertà e democrazia”. Così la Presidente della Camera, Laura Boldrini, in un messaggio inviato in occasione del ricordo che si svolge a Montecitorio per ricordare il leader radicale ad un anno dalla sua morte. Per Boldrini, la lista delle sue battaglie “a prescindere dal suo contenuto, ha rappresentato una lezione di coerenza politica, figlia di una passione civile ben lontana dalle logiche del potere fine a se stesso”.
“La politica intesa come lotta per i diritti civili e per la giustizia, come azione di rappresentanza degli ultimi e dei più emarginati della società e come esercizio di un confronto civile e parlamentare su questioni anche molto delicate e complesse, lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza, fino alla fine dei suoi giorni” ha detto Boldrini ricordano la lista delle sue battaglie: “il divorzio, l’aborto, l’ecologia, l’obiezione di coscienza, l’antiproibizionismo, il testamento biologico e il fine vita, i diritti dei detenuti, la lotta contro la pena di morte e la fame nel modo, la tutela delle minoranze e l’integrazione dell’Europa in senso federale”. Tutte battaglie, ha osservato la Presidente della Camera in occasione del convegno ‘Quattro generazioni ricordano Marco Pannella’ in corso alla Camera dei deputati, promosso da Emma Bonino e Radicali Italiani (insieme ad Associazione Luca Coscioni, Non c’è pace senza giustizia, Certi Diritti), che Pannella ha condotto da “convinto sostenitore degli strumenti di democrazia diretta e di forme di lotta politica anche provocatorie, ma sempre rigorosamente non violente”. “Ritengo sia stato proprio in questo il merito più grande di Marco Pannella: la sua inesauribile ed appassionata tenacia nel voler contagiare la società civile con importanti e sempre nuove sfide di libertà e di democrazia. Anche, e soprattutto per questa ragione – ha aggiunto Boldrini – dobbiamo tutti continuare ad essergli grati”.
Emma Bonino
“Marco non è mai stato un extraparlamentare: ha sempre pensato che le istituzioni potessero essere contagiate e riformate dall’interno e credo che questo sia uno dei suoi insegnamenti più importanti da ricordare”. Così Emma Bonino ricordando a Montecitorio Marco Pannella ad un anno dalla sua scomparsa. “Ci sono tante iniziative in ricordo di Pannella e questo testimonia dell’importanza del suo lascito. Mi fa piacere ricordarlo qui alla Camera per il suo amore per le istituzioni” ha aggiunto Bonino.
Giorgio Napolitano
Una “testimonianza di verità non edulcorata” dalla circostanza della commemorazione: il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo vuole ricordare così Marco Pannella, con tutte le sfaccettature di un rapporto politico caratterizzato da “scontri e incontri tra di noi, contestazioni reciproche e reciproci riconoscimenti sul piano politico, morale ed affettivo”. E in cui il filo conduttore potrebbe essere quello delle “incomprensioni tra radicali di Pannella e gli altri partiti pure quelli di sinistra: anche da parte mia – ammette Napolitano – non si comprese completamente il valore della presenza radicale, delle grida di Pannella e la sua sensibilità” politica anche se “gli scontri tra noi scaturivano essenzialmente dalle opposte concezioni del fare politiche e dei toni del confronto”. “Non mancarono da parte mia e del Pci chiusure riduttive e dalla sua parte critiche che riflettevano in particolare una sua tipica tendenza al vittimismo drammatico” dice. Napolitano esclude invece che il “suo modo i porsi rispetto al sistema dei partiti” e la denuncia di Pannella sulla “cosiddetta partitocrazia” possa essere in qualche modo ricollegato ad una successiva deriva generale antipartitica ed anzi loda il suo impegno per aprire “le vie di accesso alla vita istituzionale” a soggetti nuovi. “Schiettamente non rinnego il fatto di aver considerato con preoccupazione la radicalità dei mezzi con cui venivano affidate proposte e sollecitazioni” che venivano dal mondo radicale “e non parlo – precisa Napolitano – del mezzo principe, di radio radicale, verso cui la democrazia italiana ha un debito”, quanto invece, ad esempio, del metodo dell’ostruzionismo parlamentare. L’ex capo dello Stato ricorda una volta in cui “Marco Boato parlava ormai da ore. L’istinto mi spinse a interromperlo: ‘ma non capite che così non si valorizza ma si svilisce il Parlamento?'” gli disse. “Le sue battaglie Pannella le pagava di persona con l’esasperazione psicologica che gli arrivava quando esacerbato denunciava ad esempio la chiusura Rai alle sue istanze” oppure con i suoi scioperi della fame e della sete. Napolitano si sente invece “personalmente confortato dal ricordo di momenti e temi di impegno e lotta nel quale ci siamo trovati fianco a fianco” come la marcia per l’amnistia o quando, da Presidente della Repubblica, fece “la scelta di dedicare l’unico messaggio al Parlamento al tema della intollerabilità della condizione carceraria e della sollecitazione di nuovi indirizzi di politica penale e penitenziaria”. Con affetto Napolitano si è rivolto anche ad Emma Bonino, promotrice, con i Radicali Italiani, della giornata di ricordo a Montecitorio: “Emma integrò quella che altrimenti sarebbe stata una leadership solitaria. Emma, con spirito indipendente e insieme con profonda condivisione, svolse il suo ruolo nell’affermazione anche dell’immagine del PR e fece da messaggero affettuoso tra me e Marco anche negli ultimi giorni della sua vita”.