Bussi: da gruppo Toto progetto da 300 milioni per stabilimento con una previsione di 300 posti di lavoro.
Il gruppo industriale abruzzese Toto ha manifestato l’intenzione di investire circa 300 milioni di euro nel sito d’interesse nazionale di Bussi sul Tirino, conosciuto per la scoperta della cosiddetta discarica dei veleni, per la realizzazione di un’officina per la manutenzione di materiale rotabile, linee produttive per manufatti prefabbricati in cemento e di uno stabilimento per la produzione del cemento: il tutto con una previsione di nuova occupazione di circa 300 persone. Il primo passaggio ufficiale c’è stato oggi nella sede della Regione a Pescara in una riunione convocata alle otto del mattino, alla presenza del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, del sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta, e dei dirigenti dell’azienda. In quella sede è stato formalizzato il terzo soggetto interessato a investire sull’area, dopo le proposte presentate dagli imprenditori Alberto Filippi e Donato Todisco, il primo individuato dal Comune, e il secondo che ha acquisito il polo chimico della Solvay, che hanno già avviato gli iter per l’insediamento. D’Alfonso, su facebook, ha dato notizia di un “incontro di lavoro con il Sindaco di Bussi Salvatore Lagatta per discutere di un progetto relativo alla reindustrializzazione del Sin di Bussi”. Dopo la scoperta nel 2008 di quella che è stata definita la discarica più grande d’Europa, con il processo di appello (in primo grado imputati assolti) finito con condanne per avvelenamento (prescritte) e disastro colposo aggravato e risarcimenti danno milionari, non c’è stata alcuna azione di bonifica finanziata dai privati, in testa Montedison: e questo nonostante in alcune riunioni al ministero dell’ambiente nel corso delle quali il nuovo commissario, la dirigente dello stesso ministero, Laura D’Aprile, abbia fatto più di una sollecitazione: nei prossimi mesi dovrebbe partire la bonifica relativa alla gara di appalto di circa 50 milioni di euro, finalizzati anche alla reindustrializzazione del sito, bandita a fine 2015 dall’ex commissario governativo Adriano Goio, scomparso nel marzo dello scorso anno, che dopo mesi di ritardo e polemiche è stata assegnata provvisoriamente nei giorni scorsi al raggruppamento temporaneo di imprese guidato dal colosso belga Dec-Deme.
“Quando si parla di bonifica e reindustrializzazione molti fanno le chiacchiere, a me piace fare i fatti” ha spiegato Lagatta sull’esito dell’incontro. Nelle prossime settimane si dovrebbe intensificare l’azione procedurale che sfocerà in un accordo di programma. “Oggi è possibile realizzare l’officina per la manutenzione di materiale rotabile e lo stabilimento per la fabbricazione di grandi manufatti prefabbricati in cemento armato. In futuro, se sarà possibile, si farà anche lo stabilimento per la produzione del cemento. Su questo c’è stata unità di visione anche con il presidente D’Alfonso”, spiega Lagatta, che nel corso dell’incontro ha ribadito la contrarietà del Comune al cementificio ma soprattutto alla cava di inerti, osteggiati anche dagli ambientalisti, che insieme alle altre due realizzazioni costituiscono il progetto di reindustrializzazione del sito presentato da Toto che è anche concessionario delle autostrade A24 e A25 che interessano Abruzzo e Lazio. Secondo quanto fatto intendere dal sindaco, sulla richiesta del Comune ci sarebbe stata un’apertura da parte della società. Sempre stando a quanto si è appreso, si prospetta un’azione di coordinamento degli interventi di tutti e tre gli investitori, che in tempi e modi diversi realizzeranno i loro progetti sul sito dove dieci anni fa è stata scoperta la mega discarica dei veleni.
E scadono il 3 maggio prossimo i trenta giorni per l’assegnazione definitiva dei lavori da circa 50 milioni di euro al raggruppamento temporaneo di imprese guidato dal colosso belga Dec-Deme, relativi al bando comunitario finalizzato alla bonifica e alla reindustrializzazione del sito di Bussi, bandita a fine 2015 dall’ex commissario governativo Adriano Goio, scomparso nel marzo dello scorso anno. Dopo mesi di ritardo e polemiche, quasi un mese fa c’era stata, all’Aquila, l’apertura delle offerte economiche e l’assegnazione provvisoria all’Ati capitanato dal colosso belga. Si tratta della prima azione di bonifica del sito produttivo di Bussi, dove era in azione la Montedison, conosciuto come la discarica dei veleni. Successivamente, dovrebbe seguire la presentazione del progetto definitivo e la stima dei tempi di realizzazione dell’opera. La bonifica da parte dei privati è al palo. Intanto, martedì 2 maggio, in sede di conferenza dei servizi sarà siglato l’accordo di programma tra Comune di Bussi, Regione Abruzzo, Ministero dell’Ambiente e Solvay che prevede il passaggio delle aree inquinate dal colosso belga della chimica al Comune, altro passaggio che sancisce l’avvio della bonifica.