Incendio Italpannelli, la Procura chiude le indagini. A distanza di otto mesi dall’incendio alla Italpannelli di Ancarano il pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo, chiude le indagini sul rogo che a fine marzo causò danni per svariati milioni di euro, mandando a fuoco oltre 15 mila metri quadri di stabilimento.
Nei giorni scorsi, infatti, la Procura ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini confermando le accuse a carico dei quattro indagati: i titolari di due ditte esterne che stavano effettuando lavori all’interno dello stabilimento, un operaio dipendente una di una delle due ditte e l’amministratore delegato e legale rappresentante della Italpannelli, che devono rispondere di cooperazione in incendio colposo. Secondo quanto stabilito dalle indagini a causare l’incendio sarebbero state infatti delle scintille causate da una saldatrice in uso all’operaio e al titolare di una delle due ditte, entrambi impegnati in alcuni lavori su un soppalco. Scintille che avrebbero raggiunto del materiale infiammabile che si trovava nelle vicinanze, che avrebbe così preso fuoco e con l’incendio che in brevissimo tempo si sarebbe propagato nelle vicine zone di produzione. Da qui la contestazione di incendio colposo ai due lavoratori delle due ditte esterne, che non avrebbero rispettato le norme di sicurezza previste nel documento unico di valutazione dei rischi predisposto dalla Italpannelli sulla scorta delle relative norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Documento che imponeva di schermare adeguatamente i posti di saldatura e che non sarebbe stato rispettato. Sotto accusa anche il titolare della ditta esterna di cui era dipendente l’operaio impegnato nei lavori di saldatura, che non avrebbe vigilato sul lavoro del suo dipendente, e il legale rappresentante ed amministratore delegato della Italtapannelli che a suo volta non avrebbe vigilato sul corretto operato delle due ditte affidatarie dei lavori.