L’Aquila: estate calda per i Call Center , per i lavoratori molte nubi all’orizzonte anche e soprattutto per quel che riguarda il contact center.
Un Contratto territoriale in grado di coinvolgere imprese, sindacati e istituzioni locali sul fronte del contact center della provincia dell’Aquila del quale non si sa più nulla.Quasi duemila persone impiegate in regione, di cui 1.200 soltanto nel territorio comunale del’Aquila e 1.800 in provincia. Quello del contact center aquilano è un comparto che – con questi numeri – mantiene la tenuta sociale ed economica delle famiglie. E che va per questo, tutelato. Ma è anche uno dei settori occupazionali più fragili, dove spesso lavorano intere famiglie. All’Aquila e provincia sono tre le vertenze aperte, su cui è massima l’attenzione dei sindacati: quella dell’Ecare e del consorzio Lavorabile all’Aquila, e quella della 3G a Sulmona. Come spiega il segretario provinciale della Uil- com, Pietro Francazio, perdere un solo posto di lavoro nei call center in provincia aprirebbe scenari di crisi sociale. Il contratto territoriale, sollecitato dalla Regione, è naufragato. Avrebbe dovuto essere la chiave di volta per avere garanzie ad esempio sul mantenimento occupazionale, ma i principali committenti, come le compagnie telefoniche Tim e Vodafone, non si sono mai voluti sedere intorno al tavolo, abbandonato anche da Confindustria. E dopo molte sollecitazioni ancora nessuna risposta dalla Regione. I sindacati sono pronti a proteste anche eclatanti.