In un convegno a Montesilvano i commercialisti esprimono riserve sul nuovo codice antimafia: “Ha una logica punitiva per il ruolo del custode e dell’amministratore giudiziario”
“Nella lotta all’economia criminale serve una gestione rigorosa e seria dei beni, dal momento del sequestro sino a quello della confisca definitiva”. E’ l’appello lanciato dal Consiglio nazionale dei commercialisti nel corso di un Convegno a Montesilvano. I commercialisti hanno espresso inoltre forti riserve su alcuni aspetti del nuovo codice antimafia, in corso di approvazione parlamentare.
“La riforma – scrivono nel documento presentato a Montesilvano – esprime una logica punitiva per la figura e il ruolo del custode e dell’amministratore giudiziario e quindi del Commercialista chiamato per legge ad assumere tali ruoli”. Per la categoria, un’efficace lotta all’economia criminale “impone al contrario una valorizzazione proprio del ruolo del custode/amministratore giudiziario, oltre che della fase di gestione dei beni”.
“Ovviamente – ha aggiunto sul tema il presidente dell’ ANAC Raffaele Cantone in videoconferenza – “il Parlamento farà le sue valutazioni, perché tra l’altro questa normativa viene inserita in un testo di legge organico che contiene la riforma del Codice antimafia, che invece è una riforma molto positiva, che introduce delle novità molto molto importanti e positive che riguardano i criteri di gestione dei beni confiscati, con una logica che va verso una maggiore efficienza”.
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