Stop all’esperimento Sox. Un’occasione persa per i laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso. La delusione – naturalmente da un punto di vista scientifico – è quella dei ricercatori del Gran Sasso per la mancata realizzazione del progetto Sox.
Le parole sono del direttore dei Laboratori, Stefano Ragazzi, che conferma quanto però già detto a ottobre: l’esperimento sarebbe partito al termine di una serie di verifiche di fattibilità.
“Qualcuno disse – ricorda Ragazzi, in riferimento agli ambientalisti contrari al progetto – che io mentivo, e che era stato già tutto deciso. In realtà le verifiche, in particolare sulla produzione di generatori antineutrini, erano ancora in corso”.
Verifiche purtroppo non andate a buon fine. L’esperimento Sox previsto nei Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, progettato per andare a caccia di una particella rivoluzionaria che avrebbe potuto aprire le porte a una nuova era della Fisica, è stato dunque definitivamente annullato. Quel che manca è proprio il cuore dell’esperimento basato su un materiale radioattivo che fin dall’autunno scorso aveva sollevato timori e perplessità da parte di associazioni ambientaliste, in particolare il movimento “Mobilitazione per l’acqua del Gran Sasso”.
Dopo i ritardi che avevano fatto slittare l’esperimento nel dicembre 2017, l’associazione russa Pa Mayak, che produce il materiale nucleare nel sito di Mayak, non riesce a soddisfare le caratteristiche tecniche richieste: il componente funziona, infatti, a un terzo dell’intensità utile per il progetto e non riesce a produrre il numero minimo di particelle necessario. Di conseguenza Infn e Commissariato francese per l’energia atomica (Cea) hanno deciso per l’annullamento. L’elemento radioattivo Cerio 144 avrebbe dovuto generare particelle-esca che avrebbero aiutato a catturare per la prima volta i cosiddetti i neutrini sterili, particelle non previste dalle attuali teorie fisiche di riferimento e la cui esistenza potrebbe aprire una nuova era nella fisica. L’esperimento era partito con ben due dei più prestigiosi finanziamenti Ue, quelli del Consiglio europeo della ricerca (Erc).
Tanta l’amarezza dei ricercatori per l’impossibilità di produrre una sorgente idonea, “ un duro colpo”, dicono i ricercatori, “per scienziati che hanno lavorato con grande impegno in questi anni per portare Sox a realizzazione”. Naturalmente la Scienza non si ferma e nel futuro, aggiunge Ragazzi, in qualche altra parte del mondo forse il progetto si potrà realizzare.