Massima disponibilità a inserire la viabilità provinciale delle zone del cratere sismico dell’Alta Valle dell’Aterno nel 4° stralcio dei lavori relativi al miglioramento della strada 260 Picente, la cosiddetta L’Aquila-Amatrice, 50 chilometri circa di strada che agevola il collegamento tra i Comuni di Pizzoli, Barete, Cagnano, Montereale e Amatrice.
Un’opera attesa da anni e di cui si sente l’esigenza a maggior ragione dopo i terremoti più recenti, che hanno fatto emergere l’inefficienza di un sistema infrastrutturale e di viabilità dei Comuni dell’entroterra. Una “massima disponibilità” espressa dal responsabile Anas del settore manutenzione straordinaria e strade del cratere sismico Fulvio Soccodato, con cui ieri a Roma hanno avuto un incontro tecnico il presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso e il sindaco del Comune di Montereale Massimiliano Giorgi.
Durante l’incontro sono state affrontate le problematiche relative alla viabilità delle zone del cratere sismico dell’Alta valle dell’Aterno e in modo particolare delle strade di competenza provinciale nella zona di Campotosto. E sono state ricordate le criticità di un territorio particolarmente provato dagli eventi sismici degli ultimi anni e la necessità di un immediato intervento per evitare l’isolamento delle popolazioni che vivono in quelle aree. “Il terremoto non aspetta”. Con queste parole i sindaci dell’Alta Valle dell’Aterno nei giorni scorsi avevano chiesto con una lettera al presidente dell’Anas Vittorio Armani, e al governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, di fare in modo che i lavori di completamento del progetto di ammodernamento della Strada statale 260 “Picente” venissero sbloccati e portati avanti.
Un progetto ambizioso che affonda le sue origini negli anni Ottanta, quando vennero gettate le basi per realizzare la variante di Pizzoli, un 1° lotto da cui prese le mosse il progetto della strada L’Aquila-Amatrice,. Strada vitale all’epoca per lo sviluppo del territorio che ricade in diverse aree protette e parchi nazionali, e contro l’isolamento e lo spopolamento. E fondamentale oggi per mettere in sicurezza paesi altamente sismici e avere una via di accesso e di fuga in caso di calamità. Quando il terremoto ha distrutto Amatrice il 24 agosto 2016, una frana sulla Statale e il crollo del ponte Quattrocchi, uniche vie d’accesso al paese, complicarono il viaggio della colonna mobile della Protezione civile che impiegò molte ore per raggiungere la zona e portare soccorso alle vittime dei crolli. Il progetto viene, però, realizzato a singhiozzo.
Dal finire degli anni Ottanta a oggi sono completati soltanto il 1° e il 2° lotto, quelli che uniscono Pizzoli a Cagnano fino alla frazione di San Pelino. Dovrebbe ripartire il 3° lotto, i cui lavori sono stati affidati, ma senza questo passaggio non è possibile nemmeno avviare il cantiere del 4° lotto (che da Marana di Montereale arriva fino al confine con il Lazio), quest’ultimo già programmato e anch’esso oggetto di infinite tappe burocratiche.