Domenico Imperato, cantautore abruzzese di origini pugliesi, presenta il suo nuovo album “Bellavista”: sabato 17 febbraio alle 22,30 concerto allo Scumm di Pescara.
Uscito il 2 febbraio, “Bellavista” è il nuovo album di Domenico Imperato, cantautore abruzzese al suo secondo disco, prodotto con Lapilla records/Ponderosa records, anticipato dal singolo “Del mondo io canto”, lanciato in anteprima da Rolling Stone il 18 dicembre 2017.
Prodotto e arrangiato insieme al polistrumentista Francesco Arcuri, registrato e mixato da Angelo Scogno presso Sonus-Factor, uno spazio nascosto e quasi segreto, situato nel piccolo paese abruzzese di Atessa, “Bellavista” arriva a tre anni dall’esordio di “Postura Libera” per espandere l’universo sonoro del primo album e ricostruire una nuova frontiera della canzone d’autore. Un lavoro più completo e maturo del precedente, in cui il rock incontra il pop e l’elettronica danza insieme alla world music. “Bellavista” supera i confini ristretti del tropicalismo in chiave mediterranea di “Postura Libera” e si apre all’infinita curiosità di Imperato, un artista che suona in modo contemporaneo ma con i piedi ben saldi alla tradizione cantautorale italiana del passato, soprattutto nell’atteggiamento di empatia che nutre nei confronti dell’umanità descritta nel nuovo album.
Un calderone di personaggi ai margini, esclusi e sconfitti, osservati alla lente di ingrandimento. Storie individuali e quotidiane, allo stesso modo di questo tempo e senza tempo, perché nel girotondo di malinconie universali a volte affiora dallo sfondo l’attualità più dura, che sia l’inquinamento, l’ingiustizia o il cannibalismo sociale. Come nei versi di “Stefano”, storia di un tossicodipendente: “L’uomo dà segni di scompiglio/ il mondo dà segni di scompiglio/ Stefano cammina solo/ Ormai quasi si trascina/ L’uomo perde petrolio in mare/ Il mondo non riesce a respirare/ Stefano vuole affogare/ Stefano sta male”. Come la Taranto avvelenata di ”Storia di Adele” oppure “Il nano”, arrivista e truffaldino, uno di quelli che “non ne escono mai vinti”, che “del suo cuore non sente più il tamburo”.
Minimale nella scrittura e sensibile verso i suoi sconfitti, Domenico Imperato unisce un’essenzialità di scrittura quasi alla Raymond Carver con il senso di nostalgia di De Gregori o la solidarietà umana di De Andrè. Le sue canzoni sono storie spesso tristi e descrivono una realtà dura, ma accompagnate per contrasto da sonorità calde, che si portano dietro la memoria dei tre anni che Domenico Imperato ha vissuto in Brasile.
Grazie allo splendido sodalizio artistico con Arcuri, che dona un respiro musicale molto ampio al disco, esplode il calore delle fanfare, delle percussioni e di tutta la straordinaria sezione ritmica, delle chitarre, dei violoncelli, del flauto; e fra afro-blues danzanti e folk allegro, fra pop scanzonato e rock a tratti duro, spunta anche la partecipazione della cantautrice Erica Mou a impreziosire ulteriormente un brano come “Al matrimonio di due nostri amici”.
“Bellavista” è un disco duro, a tratti rabbioso, un disco di presa di coscienza dell’inevitabile disfatta, ma che allo stesso tempo non abbandona la voglia di una ripartenza di slancio, perché questa tormenta esistenziale che percorre tutto l’album è raccontata con la speranza di una rinascita.
E se l’album si apre con “Del Mondo il canto”, una preghiera danzante dal ritmo sincopato e dal testo poetico che parla dell’amor fati, cioè dell’ineluttabilità del destino, non è un caso che si chiuda con la title-track, epilogo surreale dominato dalla speranza: il Bellavista, un ristorantino nella provincia e campagna abruzzese, una piccola sala concerti, covo di cantautori, musicisti e artisti di passaggio, che diviene luogo dell’anima in una sorta di realismo magico che gli conferisce il potere di salvezza, di resistenza, di ripartenza.
Fondamentale l’apporto della band, formata da alcuni importanti musicisti abruzzesi: le batterie e quasi tutte le percussioni sono state suonate da Bruno Marcozzi, il basso elettrico e il contrabbasso da Nicola Di Camillo, i violoncelli da Flavia Massimo e le tastiere da Marco Bassi. Il lavoro di programmazione elettronica è stato realizzato da Raffaele Imperato, i flauti sono stati suonati dal maestro Geoff Warren e gli interventi di violino e viola dal virtuoso Domenico Mancini. Il mastering è stato finalizzato da Riccardo Ricci nello studio Ultrasonic di Pescara.
Domenico Imperato è un cantautore metà uomo e metà chitarra. A 12 anni gli fu regalata la sua prima chitarra e da allora non ha mai smesso di scrivere, cantare e suonare. Vincitore del premio Fabrizio De Andrè 2014, si è trasformato con il tempo in un esploratore dell’universo della canzone d’autore alla ricerca di metriche, parole, accordi e arpeggi nuovi. È nato nel tacco dell’Italia ad Acquaviva delle Fonti, da madre pugliese e padre napoletano, ed è cresciuto in Abruzzo a Pescara. Ha vissuto per alcuni anni su una nave dal nome Lusofonia, prima in Portogallo e poi fino alle coste del Brasile. Mentre danzava in un rito di macumba gli è stato detto che nel suo canto c’è qualcosa di moro. Ha cercato con “Postura Libera” di mischiare il suo sangue meridionale in nuove forme di tropicalismo mediterraneo. Poi ha deciso di rimettere i piedi sulla sua terra natale.
Il suo secondo disco è un denso cubo rosso con dentro undici storie-canzoni. Se lo carica in spalle come fosse il doveroso fardello di uno che ha scelto di fare il cantautore, e se lo porta a spasso. Quando intuisce la linea d’orizzonte lo poggia a terra, ci sale sopra come fosse un altare e inizia a scrutare a “Bellavista”.
Tracklist: 1. Del Mondo il Canto 2. Stefano 3. Nino 4. Zitta 5. Il Nano 6. Al matrimonio di due nostri amici (feat. Erica Mou) 7. Storia di Adele 8. La primavera in autunno 9. Dall’altro lato del mare 10. Bellavista 11. L’eroe (digital bonus-track)
Primi appuntamenti: 4 febbraio 2018: L’Aquila – Paesaggi Sonori; 17 febbraio 2018: Pescara – Scumm; 1 marzo 2018: Roma – Na Cosetta;
Credits Bellavista. Testi e musica: Domenico Imperato; produzione artistica e arrangiamenti: Francesco Arcuri e Domenico Imperato; registrazione e mixing: Angelo Scogno presso Sonus Factor; mastering: Riccardo Ricci presso Ultrasonic; foto di copertina, contro-copertina e Cubo Rosso: Brunella Fratini; artwork e impaginazione grafica: Francesco Franz Longhi.