Al Parco Nazionale della Majella, dal 4 all’ 8 novembre un corso internazionale su tecnica e gestione catture animali selvatici.
Il Parco Nazionale della Majella, che negli anni ha sviluppato esperienze in diversi programmi di conservazione sulle catture della fauna (lupo, camoscio appenninico, orso bruno marsicano, ungulati selvatici) e sviluppato in tal senso collaborazioni scientifiche, ripropone dal 4 all’8 Novembre 2019, dopo le edizioni del 2006 e del 2011, il 3° Corso internazionale teorico e pratico “Tecnica e Gestione delle catture degli animali selvatici”, presso la Sede Scientifica del Parco a Caramanico Terme (Pe).
Un programma intensivo che prevede la partecipazione di 30 professionisti iscritti, provenienti da tutte le regioni italiane, una parte didattica che sarà sostenuta dagli interventi dei migliori professionisti, veterinari e biologi, che operano in Italia in questo settore, ed esperti internazionali quali Alina Evans della Inland Norway University of Applied Sciences, una delle eminenti ricercatrici europee sul monitoraggio di campo nelle catture di fauna selvatica, Fernando Moran, veterinario dell’ IUCN European Bison Specialist Group e Marc Cattet, uno degli scienziati con maggiore esperienza in cattura a scopi scientifici di orsi al mondo, dal Department of Veterinary Pathology, Western College of Veterinary Medicine, University of Saskatchewan, Canada.
“L’evento, di fatto – dichiara il Direttore del Parco Luciano Di Martino – rappresenta la prima occasione di scambio internazionale creata dal Centro Ricerche Fauna Selvatica (WRC – Wildlife Research Center) di recente attivato presso la Sede Scientifica del Parco, una sorta di hub scientifico, nella sede in cui tradizionalmente ospitiamo tesisti, dottorandi, ricercatori e dalla quale provengono le nostre attività operative e di ricerca per la conservazione e gestione della fauna selvatica”.
L’interfaccia tra uomini e animali selvatici è in continua e dinamica evoluzione, sia nelle aree protette, nei contesti rurali e, ultimamente, sempre in modo più significativo, in rapido cambiamento anche nei contesti urbani. Dai programmi di conservazione delle specie a rischio, alla gestione faunistica, alle applicazioni nel monitoraggio sanitario, fino agli aspetti applicativi relativi alle squadre d’intervento su animali confidenti o in ambienti antropizzati, il know how sulle catture degli animali selvatici e, ancor di più, sulle tecniche da applicare nei diversi contesti gestionali e da relazionare agli aspetti biologici e comportamentali delle diverse specie, diventa tema sempre di maggior interesse sia per gli enti gestori della fauna, sia per le diverse professionalità impegnate in attività di ricerca, gestione e, in alcuni casi, in ambiti che riguardano la tutela della pubblica incolumità.
“Dobbiamo credere sempre più nell’elevato profilo, dal punto di vista delle ricchezze, delle opportunità e, in questo caso, anche delle esperienze che provengono dal Parco della Majella – aggiunge il Presidente Lucio Zazzara – Un Parco che, per le sue peculiarità e per le sue competenze, si accredita pienamente in ambito internazionale e che, dunque, forte delle sue relazioni tecniche e scientifiche, può dare un valido contributo alla valorizzazione di questi territori”.