Gli ex militari transitati all’impiego civile hanno diritto, ai fini pensionistici, al beneficio della supervalutazione di 1/5 dei periodi di servizio militare comunque prestato purché ne facciano richiesta prima della cessazione del rapporto di pubblico impiego.
Il principio è stato ribadito dalla Corte dei Conti nell’ambito di una causa promossa da un maresciallo abruzzese dell’Esercito, difeso dall’avv. Pierluigi Abrugiati del foro di Chieti. L’ex militare era transitato a luglio 2011 nel ruolo civile del Ministero della Difesa dopo che nell’anno 2008, a causa di un’infermità, era stato ritenuto non più idoneo permanentemente al servizio militare ma idoneo alla riammissione nei corrispondenti ruoli civili dell’Amministrazione. A novembre del 2015 il maresciallo aveva inoltrato domanda all’Inps chiedendo il riscatto della supervalutazione ma l’Istituto previdenziale aveva respinto la domanda adducendo la decadenza dell’ interessato dalla possibilità di fruire del beneficio richiesto in quanto non più in possesso dello status militare. La causa sia di fronte alla sezione giurisdizionale regionale della Corte dei Conti sia per la Corte Centrale d’Appello di Roma, si è conclusa in favore dell’ex militare: la magistratura contabile, dando atto dell’assoluta novità della questione trattata in quanto mai esaminata e decisa in precedenza, ha dunque introdotto un principio nuovo, riconoscendo anche agli ex militari transitati all’impiego civile il diritto di aggiungere ulteriore anzianità contributiva utile per anticipare il pensionamento ed incrementare il valore del relativo assegno.