Gli alberi che l’amministrazione comunale di Pescara sta abbattendo “sono stati condannati a morte senza un referto tecnico-legale”. Ambientalisti e associazioni pronti a ricorsi e denunce.
120 alberi di 60 e più anni condannati a morte senza che un tecnico li abbia analizzati. Alberi, in prevalenza pini, dichiarati pericolosi e quindi da abbattere con urgenza sulla sola base di uno screening visivo. L’appuntamento con la stampa è alle 11.30 all’ombra di due meravigliosi pini nel giardino che collega il Comune alla Provincia: la denuncia, con tanto di voluminoso dossier presto on line sui siti delle principali associazioni ambientaliste pescaresi e regionali, denuncia “una evidente superficialità procedurale e tecnica dinnanzi alla quale non si può far altro che denunciare e reagire”. Così Augusto De Sanctis al microfono del Tg8 dopo aver spiegato alcune elementari verifiche compiute da ambientalisti e semplici cittadini: il Corpo forestale dello Stato ha tutta una normativa in materia di verde pubblico, a partire dalla sua gestione ordinaria passando per quella straordinaria come sembrerebbe quella di Pescara. Normativa che tra le altre cose impone la catalogazione delle singole piante in base alla specie, catalogazione che secondo De Sanctis non è stata compiuta. Che dire, poi, del fatto che un approfondimento diagnostico su un singolo albero non supera le 30 euro a pianta laddove il Comune di Pescara ne spenderà oltre 500 a pianta per abbattimento e (ri)piantumazione? Una battaglia, a questo punto della vicenda, non più e non solo ambientalista ma legale e amministrativa.
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