La definisce “quantomeno strana e indelicata”, Mario Amicone la nomina di un nuovo direttore ARTA, al suo posto, con un contratto ( il suo) che scadrà solo a Marzo. Ci svela, poi, i retroscena “furiosi” del parere Arta sugli inceneritori.
Quella di Mario Amicone al microfono del Tg8 ha tutto il sapore di una levata di sassolini dalla scarpa e soprattutto di una alzata di scudi verso chi gli ha già nominato un successore a direttore dell’ARTA 3 mesi prima della fine del suo mandato. Dopo averlo definito “strano, indelicato e fastidioso”, riferendosi al fatto che ” non è carino sentirsi pressati da una persona nominata a ricoprire un ruolo già coperto per contratto fino a fine Marzo”, Amicone prova a rintracciare nella sua memoria di direttore dell’Arta episodi che abbiano potuto scatenargli contro ire o sete di vendetta. Domanda dopo domanda un episodio in particolare gli torna alla mente e lo racconta al Tg8. Si tratta del famoso parere che il ministero dell’Ambiente chiese all’ARTA in materia di rifiuti e possibili inceneritori da realizzare in Abruzzo. “Alla data del parere richiesto, un anno fa circa, l’Abruzzo non aveva i numeri per scongiurare uno o più inceneritori- ci racconta Amicone – e l’Arta non poteva certo alterare dati noti e fornire pareri falsi. I nostri tecnici risposero al ministero sulla base della realtà dei fatti, ma l’assessore Mazzocca fu molto molto polemico al nostro indirizzo. So che si incavolò parecchio prendendosela molto. Forse mi si sta sta facendo scontare questo parere peraltro di tecnici esperti e non politico-amministrativo”. Insomma, c’è aria da resa dei conti tra Amicone e – come li definisce lui- ” certi esponenti della maggioranza che so hanno molto pressato D’Alfonso affinchè mi sostituisse”. Non mancheranno repliche o altre versioni dei fatti in quella che si annuncia come una vicenda non destinata a smontarsi in fretta.