Chiedono alla politica abruzzese urgenti misure di sostegno associazioni di categoria e sindacati tutti uniti contro la crisi di un settore, quello dell’artigianato, che annaspa sempre più.
Interventi urgenti a sostegno del grande “malato” dell’economia abruzzese: l’artigianato. Un grido d’allarme che non può restare inascoltato e che è stato messo nero su bianco in una piattaforma unitaria, indirizzata alla Regione Abruzzo, sottoscritta dalle principali associazioni regionali del settore (Casartigiani, Claai, Cna e Confartigianato) oltre che dai sindacati dei lavoratori Cgil, Cisl e Uil. Le proposte messe a punto da uno schieramento di forze sociali larghissimo – si tratta in sostanza un vero e proprio “decalogo” che spazia dall’accesso al credito alla trasmissione d’impresa, dalla digitalizzazione all’aiuto allo start-up, dalla formazione alla bottega-scuola – sono state illustrate questa mattina presso la Camera di commercio di Pescara. Una crisi i cui numeri scrivono la pagina più nera della storia dell’artigianato abruzzese dal dopoguerra ad oggi: 12 mila i lavoratori, ossia gli artigiani, inghiottiti e stritolati. All’incontro di questa mattina presenti il coordinatore regionale della Casartigiani (Dario Buccella), i presidenti regionali della Claai (Luigi Catena), della Cna (Italo Lupo) e della Confartigianato (Luca Di Tecco). Con loro Carmine Ranieri, della segreteria regionale della Cgil, e i segretari regionali di Cisl (Maurizio Spina) e Uil (Roberto Campo). Un tavolo tecnico al quale hanno preso parte i direttori delle diverse associazioni d’impresa coinvolte a riprova della coralità d’intenti innescata dalla grave crisi di un settore storicamente volano dell’economia abruzzese.