Dopo averci trascorso i mesi del gelo e della neve ora ci stanno provando a respirare sotto quella tenda resa rovente dal gran caldo: tranne le stagioni, nulla cambia per gli ex interinali Attiva a Pescara.
Amareggiati, sempre più amareggiati. Affranti, ma non per questo arrendevoli. Stanchi e indispettiti da chi ormai li evita. Dopo averci trascorso i mesi del gelo e della neve ora ci stanno provando a respirare sotto quella tenda resa rovente dal gran caldo, una tenda diventata simbolo di una lotta sociale ancor prima che occupazionale: tranne le stagioni, nulla cambia per gli ex interinali Attiva a Pescara. In 67 hanno varcato, per la prima volta, un’aula di tribunale per le cause di lavoro che hanno deciso di intentare nei confronti della società pescarese che ha in gestione la raccolta dei rifiuti in città. Le loro sono storie diverse e simili al tempo stesso: operai i cui contratti interinali in alcuni casi, molti, sono stati rinnovati fino a 9 volte consecutive. Lavoratori che anno dopo anno, rinnovo dopo rinnovo, si sono cominciati a sentire parte dell’azienda, dipendenti a tutti gli effetti salvo poi ritrovarsi fuori dai turni e senza prospettiva. Poco prima di Natale l’idea del tendone sotto Palazzo di Città: un luogo scomodo ma di ritrovo, un simbolo di una battaglia che ha saputo innescare la reazione di tanti cittadini semplici a fronte del via via palese disinteresse di politici e amministratori. Questo ci hanno ribadito questa mattina i 3 ex interinali che abbiamo trovato in tenda: sui loro volti molta stanchezza, i segni di problemi familiari a cui non riescono nemmeno a dedicare il tempo che vorrebbero. Nelle loro parole la rassegnata amarezza per tutti coloro che hanno promesso soluzioni mai arrivate: ” Forse mai nemmeno veramente tentate a giudicare dal fatto che ora ci evitano e schivano praticamente tutti – ci salutano mentre andiamo via con la certezza di ritrovarli lì ancora per molti, troppi, giorni.
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