Primo incontro, ieri a Bussi, tra il gruppo bresciano che ha rilevato il polo chimico della Solvay e l’Abruzzo dei sindacati, degli ambientalisti e degli amministratori. Un rilancio, quello annunciato, a due facce.
Un primo, produttivo, incontro quello di ieri a Bussi tra i vertici del polo chimico bresciano riconducibile alla Todisco e l’Abruzzo politico-sindacale-ambientale che attende una rinascita di quell’area per anni sede industriale della Solvay. Un rilancio occupazionale, sebbene ad oggi privo di un vero e proprio piano aziendale, che parla di 25-30 unità lavorative da impiegare nella nascente fabbrica di “chimica ecologica”: un polo che tratterà a Bussi cloro soda e soprattutto prodotti impiegati nella detergenza e dinfezione degli ambienti. Un rilancio a due facce a giudicare da quanto abbiamo ascoltato al microfono del Tg8 da Domenico Ronca, della Filcetm Cgil, ed Edvige Ricci di ” Mila donnambiente”: se da un lato, infatti, i sindacati plaudono al nuovo insediamento industriale accolto come parziale risarcimento occupazionale dopo la “vicenda Solvay”, gli ambientalisti che eppure ben vedono l’arrivo della Todisco a Bussi chiedono a ministero e Regione che la discarica Tremonti venga ” davvero e definitivamente bonificata e messa in sicurezza”. A settembre, intanto, fissato un nuovo incontro tra le parti per analizzare il piano industriale del nuovo insediamento e fissare un cronoprogramma operativo-sindacale.
height=315