La notizia è che il professor Stefano Civitarese ha lasciato il CdA della d’Annunzio, ma il vero interrogativo è: cosa accadrà ora all’interno del consiglio più chiacchierato della storia dell’Università di Chieti-Pescara?
E così dopo molto rumore iniziale, presto diventato mormorio, il professor Civitarese ha deciso di rassegnare le dimissioni da membro del CdA della d’Annunzio restituendo nomina e fiducia nelle mani del Rettore che lo aveva talmente voluto da nominarlo in barba a sindaci inviperiti, città sul piede di guerra, intellettuali firmatari di ricorsi “morali”. Questo è solo l’ultimo episodio della saga Ud’A uno dei tanti ma certamente non quello che lascia col fiato sospeso il ” pubblico”. Civitarese fu da subito contestato dalla politica teatina per la fresca nomina in seno alla giunta Alessandrini, a Pescara: nomina praticamente contemporanea a quella in CdA. Anche al nostro microfono Civitarese, persino in diversi contesti, si era detto pronto a compiere non uno ma due passi indietro qualora avesse visto nelle sue dimissioni la fine delle polemiche e la restituita serenità operativa del consiglio di amministrazione di Ateneo. In entrambe le nostre interviste il professore della d’Annunzio aveva, però, ribadito di esser stato invitato dallo stesso rettore Di Ilio a desistere: ben ricordiamo il passaggio in cui Civitarese raccontò di una breve lettera con la quale di fatto aveva tentato di rassegnare le sue dimissioni, dimissioni mai accettate da Di Ilio e, anzi, fatte cadere nel vuoto. Il professore, assessore al Comune di Pescara, ha motivato la decisione ultima di uscire dal CdA per “sopraggiunti impegni didattici e personali”, ma ora la vera domanda è: chi prenderà il suo posto? Una donna? Un teatino? Una donna teatina? E soprattutto, davvero Civitarese non poteva immaginare appena tre mesi fa che il suo quotidiano sarebbe stato così impegnativo e carico? Tutto questo mentre alla d’Annunzio si respira aria da resa dei conti e da interdizione.