Toni cordiali tra il sindaco di Chieti e il Rettore della d’Annunzio, ma distanze incolmabili: oggetto del tanto sospirato incontro l’assenza di una rappresentanza teatina tra le recenti nomine nel CdA.
I toni dell’incontro tra Di Primio e Di Ilio saranno pure stati cordiali ma a quanto pare ciascuno è rimasto sulla propria posizione, anzi: il sindaco di Chieti, infatti, dopo aver ribadito la propria contrarietà, per usare un eufemismo, in merito al neo CdA orfano di un rappresentante teatino ha annunciato un ricorso per l’assenza di una donna ossia per la violata norma sulla parità di genere. Come dire, piove sul bagnato! Non una, infatti, bensì due le durissime contestazioni che Di Primio ha mosso, e muoverà anche in sedi diverse dal tavolo della chiacchierata di questa mattina, all’indirizzo del Magnifico ormai in scadenza. E se Di Ilio avrà pensato che potesse servire a tranquillizzare il suo interlocutore ribadire ancora una volta il personale impegno per l’istituzione presso l’ex Caserma Bucciante ( futura Cittadella della Cultura) di un corso di laurea in Beni Culturali, in realtà Di Primio che certamente avrà gradito la promessa ha rilanciato sollecitando sostegno e collaborazione per la realizzazione di uno Studentato presso l’ ex Caserma Pierantoni. Un incontro quello di oggi servito a poco o meglio servito a ribadire posizioni talmente distanti da poter essere difficilmente colmabili tra una stretta di mano e un caffè. Giornata impegnativa insomma per il Rettore Di Ilio certamente abituato a tavoli e confronti sempre molto partecipati: dopo i toni pacati del sindaco di Chieti gli son toccati quelli di Mauro Febbo il quale senza se e senza ma ha chiesto la riapertura dei termini del bando per le nomine in CdA, le dimissioni degli “inopportuni” e una rappresentanza significativa della città di Chieti che a suo dire non può accontentarsi di un solo nome. Una domanda tra tante: quale il senso di aggiornarsi ad un prossimo imminente incontro ? Troppo chiare le richieste di Chieti per tergiversare ancora senza metter mano ad un consiglio di amministrazione comunque destinato a passare alla storia per tutto il polverone che ha sollevato.