Il giorno dopo il vertice romano, presso il Ministero delle Infrastrutture, per fare il punto sul fronte dighe, D’Alfonso racconta di aver battuto i pugni e preteso controlli tecnici e frequenti sulla diga di Campotosto.
Non sono emerse criticità per le dighe del Centro Italia dopo le recenti scosse di terremoto, ma gli enti gestori dovranno intensificare il monitoraggio per prevenire rischi. Questo il risultato della riunione di ieri, convocata a Roma dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, dopo l’allarme lanciato dal presidente della Commissione Grandi Rischi, Sergio Bertolucci, che domenica scorsa aveva parlato di possibile “effetto Vajont” per la diga di Campotosto, presente su una faglia riattivata dalle ultime scosse. Parole che hanno creato il panico nei territori interessati e Delrio ha voluto vederci chiaro, convocando la stessa Grandi Rischi, il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, le Regioni ed i concessionari delle grandi dighe. “I gestori delle dighe – ha spiegato il ministro al termine dell’incontro – hanno segnalato l’assenza di criticità rilevanti, ma sono stati invitati a tenere sempre molto alta la guardia vista la frequenza degli eventi sismici”. Delrio ha sollecitato una prosecuzione del monitoraggio ed una condivisione delle informazioni con un aggiornamento costante con il territorio. “Le verifiche – ha aggiunto – si fanno ogni due anni per legge, ma in caso di scosse saranno fatte con più frequenza”.Il ministro è anche tornato sull’esempio del Vajont citato da Bertolucci. “Avrebbe potuto evitarselo – ha sottolineato – è totalmente fuori luogo”. Il presidente stesso poi si è corretto, ma l’allarme è rimasto anzi amplificato da tutto quanto la nostra regione sta vivendo da ormai una settimana. A quel tavolo ieri c’era anche D’Alfonso: è lui a raccontarci di aver persino battuto i pugni affinchè fosse chiaro lo sdegno, umano oltre che politico, per il panico innescato dalle frasi a dir poco allarmistiche della Grandi Rischi sulla diga di Campotosto. ” Ho chiesto, preteso e ottenuto che i controlli tecnici, su livello dell’acqua ed eventuali lesioni strutturali, non vengano più affidati a occhi, seppur esperti, e verifiche annuali bensì ad ispezioni approfondite e soprattutto più frequenti. Deve essere chiaro che dinnanzi a quanto sta accadendo in termini di scosse sismiche le verifiche non possono rispettare un cronoprogramma rigido bensì essere immediatamente disposte anche dopo ogni singola scossa”. Nella riunione di ieri, intanto, i gestori hanno assicurato che le dighe sono sicure. Oltre ai controlli periodici, sono stati fatti sopralluoghi e valutazioni in seguito alle ultime scosse, come prevedono le procedure. Già domenica l’Enel aveva fatto sapere che la diga di Campotosto non ha riportato alcun danno e che comunque, “come misura cautelare”, è stato deciso di ridurre progressivamente il bacino. Il direttore dell’Ufficio emergenze della Protezione civile, Titti Postiglione, da parte sua, ha sottolineato che “Campotosto è un impianto importante. La diga già dopo il sisma del 2009 è stata oggetto di valutazioni. Esiste una procedura che dopo ogni sisma richiede controlli ed è avvenuto ogni volta. L’allarme generato da alcune dichiarazioni del presidente della Commissione Grandi Rischi ci ricorda che il problema esiste e che si deve continuare a tenere sotto osservazione questa criticità”.
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