Scoperto e sequestrato dagli agenti della Forestale un allevamento che gestiva illegalmente tutta la filiera dei rifiuti prodotti, nei pressi del Fiume Aterno. Non si ha traccia di circa 20.000 mc di reflui suinicoli.
Individuato e sequestrato nell’alta valle dell’Aterno un impianto zootecnico intensivo, con potenzialità fino a 4500 suini, che operava sprovvisto delle necessarie autorizzazioni ambientali e per la corretta gestione degli effluenti zootecnici e degli altri rifiuti aziendali. I Nuclei specializzati nei settori della corretta gestione dei rifiuti, benessere degli animali e nella prevenzione e repressione dei reati di natura ambientale a competenza distrettuale, hanno iniziato le indagini che hanno portato al sequestro dell’allevamento di Capitignano poiché l’azienda operava in assenza sia di Autorizzazione Integrata Ambientale (obbligatoria per gli allevamenti intensivi), sia delle autorizzazioni necessarie per la gestione di rifiuti e/o per la pratica della fertirrigazione: sono stati di conseguenza deferiti N.C. di anni 50 residente in provincia di Caserta in qualità di Amministratore unico della Società Agricola e M.M. di 71 anni aquilano, in qualità di socio-conduttore dell’allevamento in questione.
E’ emerso come una parte degli animali sia stata destinata alla produzione di salumi per prestigiose etichette del nord Italia. Per dare un’idea del quantitativo di reflui prodotti e sversati nei terreni circostanti, in un anno essi avrebbero riempito circa 50 piscine olimpioniche: trovati morti 30 suini che giacevano in una sorta di cimitero all’area aperta costituito.