Una serie di elementi, tra i quali il rinvenimento di tronchi sradicati e infilati di testa negli accumuli di neve, confermerebbe la particolare potenza dello spostamento d’aria generato dalla valanga che ha travolto l’Hotel Rigopiano.
Lo riferiscono alcuni esperti che hanno partecipato ai primi sopralluoghi e alle operazioni di soccorso nei giorni successivi alla tragedia e stanno preparando memorie che non si esclude possano essere acquisite dall’inchiesta. Lo spostamento d’aria, generato dalla massa di neve in sospensione aerea, avrebbe viaggiato a una potenza superiore, forse perfino doppia, rispetto ai 100 chilometri orari dei quali si era inizialmente parlato, e l’impatto potrebbe avere contribuito in modo determinante anche allo spostamento della struttura alberghiera. Sempre dai primi rilievi emerge che la valanga sarebbe stata causata dal distacco di uno strato di neve di quasi 3 metri, accumulatosi sopra un altro strato di neve particolarmente compatto, generato dalle precipitazioni dei giorni precedenti. Il primo strato di neve, in sostanza, avrebbe creato una sorta di piano di scorrimento, un fattore che, sommato alla qualità della neve accumulatasi il 18 gennaio, molto pesante e bagnata, avrebbe creato le condizioni per il verificarsi dell’ evento. Un altro elemento di rilievo, che avrebbe contribuito al distacco della valanga, è rappresentato dall’acclività del pendio, particolarmente ripido. “In ogni caso – tengono a precisare gli esperti – sono tutti fattori predisponenti, che cioè si limitano ad accrescere le probabilità che l’evento si realizzi”.