Per l’edizione 2016 del Security Day, il Corecom Abruzzo ha ospitato, al Teatro Marrucino di Chieti, un convegno sul tema della cyber sicurezza con ospiti “tecnicamente” illustri e capaci di sintetizzare uno sconfinato pianeta sempre più insidioso e diffuso.
Non tutti sanno, forse, che il termine cyberspazio ha radici letterarie: apparve, infatti, nel 1982, nella sua forma inglese cyberspace, in un racconto di fantascienza dal titolo Burning Chrome. Una felice intuizione linguistica capace di fondere i già esistenti termini cibernetica e spazio tratteggiando un luogo immaginario di fantasticherie e allucinazioni tecnologiche, contrapposto allo spazio reale. Ebbene, da allora ad oggi cyber accostato via via a terrorismo, intelligence, criminalità, bullismo etc ha generato fenomeni, minacce, leggi a tutela ma anche e soprattutto analisi di esperti cresciuti in numero e ingegno. Molte di queste preziose testimonianze, da un mondo di cui facciamo tutti ma davvero tutti parte spesso senza nemmeno rendercene conto, sono stati ospitati dal Corecom Abruzzo nell’ambito della edizione 2016 del Security Day. E se il presidente del Corecom Filippo Lucci ha introdotto i lavori del seminario spiegando alla numerosa platea del Teatro Marrucino la scelta del tema e dei relatori, il vice ministro del MISE Antonello Giacomelli e Giuseppe Esposito del COPASIR ( Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) hanno raccontato a stampa, forze dell’ordine e amministratori “quanto l’Italia abbia già dimostrato al mondo intero come i suoi vecchi e collaudati sistemi di sicurezza, adeguati alla raffica contemporanea dei cyber pericoli, siano preziosamente capaci di scongiurare il peggio in caso di attacchi, violazioni della privacy e criminalità on line”. Per il vicepresidente del CSM Giovanni Legnini ” uno stato lo si può definire democratico e civile solo se riesce davvero a tutelare, sempre e comunque, la sicurezza dei suoi cittadini, delle sue imprese e delle sue istituzioni”.