In memoria di Marcinelle, Di Rupo su declino dell’Europa

“Nonostante i progressi, sfortunatamente stiamo assistendo al declino dell’Europa. E’ giunto il momento di reagire”. Così l’ex primo ministro del Belgio con origini abruzzesi Elio Di Rupo, oggi sindaco di Mons, intervenendo all’evento “La memoria di Marcinelle”.

“La costruzione di un’Europa unita rimane un percorso straordinariamente complesso e doloroso. Nonostante i progressi, vi sono fasi di arresto e di regressione, ma bisogna reagire”. Questo un passaggio del più lungo intervento dell’ex primo ministro del Belgio oggi sindaco di Mons Elio Di Rupo intervenendo alla prima giornata dell’evento “La memoria di Marcinelle” promosso dalla Regione Abruzzo per commemorare i caduti di Marcinelle. Accanto a Di Rupo, tra le molte autorità presenti, la principessa Astrid di Belgio visibilmente commossa al momento dell’incontro con le vedove dei minatori abruzzesi.Un pomeriggio destinato a passare alla storia di Manoppello il cui tributo di vite umane fu enorme. “Dagli anni ’80, ha proseguito Di Rupo parlando davanti al presidente della Regione Luciano D’Alfonso,alla principessa Astrid e ai tantissimi presenti, l’Europa ha messo da parte il proprio spirito originale a favore della deregolamentazione economica e della competizione globale”. Parlando della realtà di oggi Di Rupo ha aggiunto: “Anziché garantire un’assistenza sociale adeguata, l’Europa, attacca e rende più fragili i sistemi esistenti facendo registrare l’abbandono dell’Europa delle classi popolari, che in tutta risposta finiscono con l’abbracciare movimenti populisti e nazionalisti”. Un’Europa, quella tratteggiata da Di Rupo, “che purtroppo non fa più sognare”. Concludendo l’ex primo ministro del Belgio e sindaco di Mons, con origini abruzzesi, ha lanciato un appello “a tutti i politici d’Europa” dicendo loro: “Impegniamoci insieme verso ciò che desideriamo veramente. Ridiamo la speranza agli europei presentando un nuovo progetto economico e sociale. E’ così che renderemo onore ai pionieri come i nostri genitori o nonni che hanno tanto sofferto per offrirci una vita migliore”.

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Barbara Orsini: