Con l’ammissione delle prove e delle liste dei testimoni ha preso il via il processo su presunte tangenti all’assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo, nato da un’inchiesta del 2013 denominata “Il Vate” e che conta tra gli imputati l’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis.
Prima dell’apertura del dibattimento il Tribunale collegiale di Pescara, presieduto dal giudice Maria Michela Di Fine, ha respinto l’eccezione preliminare sollevata da uno dei legali di De Fanis, l’avvocato Domenico Frattura, contro la costituzione di parte civile della Regione Abruzzo tramite l’Avvocatura dello Stato. Nel corso della prossima udienza, fissata per il 26 ottobre, saranno ascoltati i primi sette testimoni indicati dal pm Anna Rita Mantini. Tra loro anche l’ex segretaria di De Fanis, Lucia Zingariello, che il 19 gennaio scorso ha patteggiato davanti al gup una pena di un anno e undici mesi di reclusione. Tra i 23 testimoni dell’accusa ci sono anche alcuni autisti della Regione Abruzzo, un ex addetta allo staff di De Fanis, e Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna. Tra i testi della difesa compaiono alcuni sindaci e l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte. Oltre a De Fanis, sono imputati Ermanno Falone, rappresentante legale dell’associazione “Abruzzo Antico”; Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo; l’imprenditore Antonio Di Domenica, originario di Atessa. I reati contestati, a vario titolo, sono concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa, peculato, abuso, falso in atto pubblico, corruzione, tentata induzione a dare o promettere utilità. Il procedimento, nato dalla denuncia dell’imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti, parte civile nel processo e oggi presente in Aula, mira a far luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina l’organizzazione, l’adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali. Per questa vicenda l’ex assessore De Fanis trascorse quattro mesi agli arresti domiciliari. Ad occuparsi delle indagini è stato il Corpo Forestale dello Stato, guidato dal commissario Annamaria Angelozzi.