Richiesta di rinvio a giudizio per nove persone nell’ambito dell’inchiesta sul servizio scuolabus nei Comuni di Silvi e Teramo. Così oggi il pm Rosati. Al centro delle indagini presunte irregolarità in due contratti.
È con una richiesta di rinvio a giudizio per nove persone, tra cui i vertici della ditta Fratarcangeli Cocco, un’ex assessore del Comune di Teramo e dirigenti dello stesso Comune che il pm Davide Rosati mette un primo punto fermo su due distinte inchieste, poi riunite in un unico fascicolo, sul servizio scuolabus dei Comuni di Silvi e Teramo (stralciata, invece, la parte relativa a Tortoreto). Al centro delle indagini vi sono presunte irregolarità nell’esecuzione dei due contratti: dalla mancata manutenzione dei mezzi fino all’assenza delle necessarie revisioni. Il fascicolo è stato aperto dopo diverse segnalazioni da parte dei genitori e numerose violazioni accertate dalla stessa polizia stradale. Irregolarità, quelle contestate dalla Procura, che vedranno gli indagati comparire adesso davanti al gip per rispondere a vario titolo di reati che, in base ai diversi ruoli e alle diverse posizioni, vanno dalla falsità ideologica alla frode nelle pubbliche forniture fino all’abuso d’atti d’ufficio, passando anche per il rifiuto di atti d’ufficio, il peculato e l’attentato alla sicurezza dei trasporti. Le indagini, condotte dalla Finanza e dalla Polizia stradale, avrebbero infatti permesso di accertare, secondo la Procura, una frode nelle pubbliche forniture da parte della ditta appaltatrice del servizio sia rispetto al contratto con il Comune di Silvi che rispetto al contratto con il Comune di Teramo. Frode consistita, secondo l’accusa, in una sistematica carenza nella manutenzione dei mezzi e delle dotazioni di bordo, oltre che delle revisioni periodiche e in costanti violazioni al codice della strada. Per quanto riguarda Teramo, inoltre, vengono contestate in alcuni casi anche la mancanza delle carte di circolazione dei mezzi oltre che delle coperture assicurative. All’ex assessore del Comune di Teramo indagato, così come ad un funzionario ed a un dirigente, viene inoltre contestato che, pur essendo a conoscenza delle relative problematiche di sicurezza dei mezzi, non avrebbero disposto altre attività ispettive impedendo così la rescissione del contratto.