La firma è quella del Segretario generale territoriale della UILPA ( Uil Polizia Penitenziaria) Mauro Nardella, la lettera è indirizzata a molte autorità: la polemica annuncia uno stato di agitazione per la vicenda della caserma aquilana.
Ad innescare la polemica del sindacato di categoria è l’ ipotesi secondo la quale l’Amministrazione Penitenziaria, anche per l’Istituto Aquilano, “vorrebbe mettere mano nel portafoglio dei dipendenti anche se alcuni agenti sono, loro malgrado, costretti a dover far uso della caserma per poter garantire il servizio”. La vicenda è riepilogata dal Segretario generale territoriale della UILPA ( Uil Polizia Penitenziaria), Mauro Nardella, in una lunga lettera indirizzata a molti destinatari politici e non. Nardella scrive e spiega: “L’Amministrazione Penitenziaria dovrebbe sapere, ma evidentemente fa finta di non saperlo, che trovare un alloggio in affitto in un contesto come quello dove insita la Casa Circondariale de L’Aquila più che difficile risulta impossibile”. E ancora: ” Invece di andare incontro a costoro cosa fa l’Amministrazione Penitenziaria italiana? Vorrebbe
riscuotere pigioni anche da persone che, malgrado siano state martoriate nel corpo e nella mente da un così terribile evento come lo è stato il sisma del 2009, non esitano a garantire il proprio dovere in uno degli istituti di pena più pericolosi d’Italia con spirito di sacrificio ed innata abnegazione”. Insomma, anzichè aiutare quegli agenti di Polizia che pur avendo perso in molti casi famiglia e casa hanno comunque continuato a prestare servizio l’Amministrazione Penitenziaria chiede loro indietro soldi. Nardella ricorda poi lo stato di abbandono in cui versa la caserma de L’Aquila parlando di “ascensori non
funzionanti, servizi igienici vergognosi, manutenzione ordinaria del tutto assente”. “L’aspetto più scandaloso – conclude il Segretario generale territoriale della UILPA- sta nel fatto che un detenuto ristretto in carcere ha più spazio a disposizione nella sua cella rispetto ad un agente nella sua camera. I colleghi aquilani sono costretti a vivere spesso in due ed in pochissimi metri quadrati”.