Si terranno mercoledì, al Tribunale di Pescara, gli interrogatori di garanzia dei sette arrestati nell’ambito dell’operazione, denominata “Earthquake” , che ha portato alla luce presunte tangenti per gli appalti legati alla ricostruzione post-sisma a Bussi e Bugnara.
A partire dalle 10.30, compariranno davanti al gip, Gianluca Sarandrea: l’imprenditore Stefano Roscini, 49 anni, nato a Foligno e residente ad Assisi; Angelo Melchiorre, 61 anni, di Bussi sul Tirino; Antonio D’Angelo, 58enne di Pratola Peligna; Giampiero Piccotti, 80 anni, nato a Gubbio e residente a Perugia; Angelo Riccardini, 55 anni, di Gubbio; Emilio Di Carlo, 54 anni, di Bussi sul Tirino; Marino Scancella, 65 anni, di Bussi sul Tirino. I sette da giovedì scorso sono agli arresti domiciliari con il divieto di incontri e comunicazione con persone diverse da quelle che coabitano con loro per ragioni familiari. L’inchiesta coordinata dal procuratore capo facente funzioni della Procura della Repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini, e dai sostituti Mirvana Di Serio e Anna Rita Mantini, conta complessivamente 11 indagati (7 arrestati e quattro a piede libero). Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta e falso in atto pubblico. Le indagini del Corpo Forestale di Pescara hanno svelato quello che per gli inquirenti è un piano – così definito dagli stessi indagati nelle loro conversazioni – per gestire in modo unitario e sistematizzato l’attività edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009. Il metodo, secondo l’accusa, era l’aggiotaggio e la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione per assumere una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche corrompendo pubblici ufficiali, e per imporre “condizioni contrattuali capestro” tali da costringere le ditte edili a versare grosse somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione.