Usavano l’Abruzzo per nascondersi fingendosi in vacanza in qualche località al confine con le Marche dove, invece, mettevano a segno colpi in banche e stazioni di servizio. Presi i componenti della banda della Renegade bianca.
Figli e mogli in albergo al mare, in qualche località dell’Abruzzo teramano al confine con le Marche, loro a fare i sopralluoghi per mettere a segno colpi in banche e attività commerciali. Filo conduttore delle rapine l’auto usata, sempre la stessa: una Renegade bianca. In particolare, l’estate scorsa avevano soggiornato anche in Abruzzo i tre rapinatori siciliani arrestati dalla squadra mobile di Ascoli, sulla scorta di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Lorenzo Maria Destro. L’inchiesta è partita dopo la rapina messa a segno, il 4 agosto scorso, ai danni del distributore Eni a Maltignano: il colpo fruttò 800 euro. I tre compirono una imprudenza lasciando impressa nella videocamera di sorveglianza la loro immagine in fuga a bordo della Renagade bianca. Nel giro di poche settimane, poi, altre decine di colpi con la stessa modalità e la stessa auto per la fuga. In carcere sono finiti: P.M. 43 anni di Catania, G.M. di 41 di Taormina e A.A. di 39, piemontese di origine ma residente sempre a Catania.