Tanti gli psicologi che da tutta Italia stanno raggiungendo i centri colpiti dal sisma: da loro un prezioso aiuto per elaborare il lutto. Ad Amatrice una psicologa aquilana in prima linea.
Secondo gli psicologi, che numerosi stanno raggiungendo i centri colpiti dal sisma, il silenzio rotto dalle urla di dolore della gente di Amatrice in preghiera davanti alle tende che contengono i cadaveri è il modo che la comunità ferita esprime per ritrovarsi e recuperare un’identità nell’elaborazione del lutto. Le reazioni sono diverse, ma l’arrivo di parenti da lontano è quasi sempre un momento di trasformazione del dolore in pianto che poi si ricompone. Ai parenti delle vittime viene chiesto dagli psicologi di comunicare, di parlare, di non chiudersi. “E’ una situazione completamente diversa rispetto a quella che accadde a L’Aquila – racconta una psicologa aquilana che oggi risiede a Pescara in prima linea da ieri ad Amatrice -. Lì il più alto numero di abitanti, la dislocazione dei campi sparsi sul territorio, ha in qualche modo impedito la costruzione di un lutto comune. Qui ad Amatrice la gente si sta riconoscendo in questa pietosa funzione”.