Uno stato di limbo destinato a durare poco quello nel quale naviga a vista la “d’Annunzio” di Chieti-Pescara dopo l’interdizione inflitta a Rettore e Dg. Anche il ministero vuol vederci chiaro. Dalle carte un papabile per la carica di Dg.
A 48 ore dal pronunciamento del gip Radaelli che ha inflitto sei mesi di interdizione a Di Ilio e Del Vecchio acque solo apparentemente calme nell’Ateneo finito alla ribalta delle cronache anche nazionali. Se, infatti, l’assemblea sindacale di martedì è servita a dar voce ad un rinnovato entusiasmo condito dal desiderio di rivalsa e rinascita di molti, se non tutti, a giudicare dagli interessi in ballo e dalla mole di riflettori puntati l’imminente futuro dell’università non resterà ancora per molto nel limbo in cui naviga a vista. Ma andiamo per ordine. Ieri è stata la giornata del Miur chiamato ad individuare una guida che traghetti la “d’Annunzio” almeno fino al rinnovo della carica di rettore. Il prof. Vacca, la cui nomina a pro Rettore davvero al fotofinish è stata firmata da Di Ilio il giorno stesso della sua interdizione ( atti questi sequestrati dalla Mobile di Chieti), ieri è stato oggetto di ampia e contraddittoria riflessione da parte dei dirigenti del ministero: ad un primo momento, a qualcuno che non è mai stato il ministro Fedeli, quella di Vacca è parsa una nomina legittima pertanto percorribile. Nel breve volgere di poche ore, però, da Roma arriva una sorta di ripensamento messo nero su bianco da un documento scorrendo il quale si legge chiaramente l’atteggiamento prudente e guardingo del Miur che, infatti, parla di Vacca come di un “pro-Rettore non legittimamente nominato” facendo evidentemente riferimento al sequestro della Mobile. Ancora più chiara e di piombo la posizione del ministero nei confronti di una figura che possa sostituire il dg Del Vecchio, anch’esso raggiunto da un provvedimento di interdizione. Il direttore generale del ministero, Daniele Livon, firma di voler ” attendere di acquisire l’ultimo provvedimento di conferimento dell’incarico di DG” fatto salvo il ruolo di CdA e Senato.
E a proposito di chi possa avocare a sè i vacanti poteri di direttore generale della “d’Annunzio“, a levare al ministero le castagne dal fuoco potrebbero pensarci le carte. Quelle di una selezione pubblica, per titoli e colloquio ( come previsto dalla Legge Gelmini), datata ottobre 2012. Un bando per la figura di Dg alla “d’Annunzio” a cui risposero in 30, circa, 3 dei quali furono dichiarati idonei. Tra questi Filippo Del Vecchio, Giovanni Cucullo ed Enrico Mordenti. La nomina andò a Filippo Del Vecchio ma non trattandosi di graduatoria gli altri due rimasero parimenti nominabili. Una selezione pubblica, questa della ” d’Annunzio”, valida fino al 31 dicembre prossimo perchè rientrata nelle proroghe della Legge di Stabilità. Mordenti, nei giorni della nomina di Del Vecchio, scrisse una lettera pubblica dai toni durissimi e polemici attaccando a testa bassa il Dg fresco di nomina facendo riferimento a processi e inchieste che vedevano Del Vecchio già protagonista, a L’Aquila. Andato in pensione Mordenti, Giovanni Cucullo sarebbe l’altro nome di quel bando “spendibile” fino al 31 dicembre 2017 e quindi nominabile. Potrebbe il Miur affidare a lui la guida amministrativa temporanea al posto dell’interdetto Del Vecchio semplicemente attingendo ad una bando valido fino al 31 dicembre? Carte alla mano sembrerebbe di sì. Abruzzese doc, nato e cresciuto a Chieti, laureato in architettura proprio alla ” d’Annunzio” di Pescara, dal 1989 e per 7 anni è stato dirigente presso la Presidenza della Giunta Regionale d’Abruzzo (dove ha ricoperto incarichi di prestigio e di coordinamento di progetti nazionali e della Ue), Cucullo attualmente ricopre incarichi importanti presso l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Sette giorni fa esatti ha lasciato la carica di dirigente dei Lavori pubblici al Comune di Viterbo, una nomina a tempo iniziata nel novembre del 2015.