Il pronunciamento di oggi della Cassazione rende definitiva la condanna a 4 anni di carcere per due rom residenti a Sulmona accusati di usura. Indagini scattate nel 2008: oggi entrambi tradotti in carcere a Pescara.
Entrambi, di etnia rom, sono stati condannati in via definitiva a 4 anni di reclusione per il reato di usura a seguito di una lunga e complessa indagine svolta nel 2008 dalla polizia di Sulmona. All’epoca dei fatti, un commerciante sulmonese, in precarie condizioni economiche, fu costretto a rivolgersi ai due per ottenere dei prestiti di natura usuraria pur di non chiudere la propria attività. I debiti accumulati, ammontanti a diverse decine di migliaia di euro, ne peggiorarono ulteriormente la condizione economica tanto da non poter soddisfare le primarie esigenze di sostentamento personale ed aziendale. Da qui la denuncia alla polizia e le indagini seguenti che “portarono a dimostrare l’esistenza di un collaudato sodalizio criminale e a raccogliere gli elementi probatori che hanno portato alla condanna in via definitiva dei due” si legge in una nota della Questura dell’Aquila. I due vennero denunciati in stato di libertà, insieme ad altri due uomini, per i quali il gip presso il Tribunale di Sulmona emise, su richiesta del pubblico ministero, la misura cautelare degli arresti domiciliari, e a una donna. Gli altri coimputati sono ancora in attesa di giudizio, mentre la donna è stata successivamente assolta.