Se ti ricatta, se ti umilia, se ti isola, se ti controlla, se ti minaccia sotto gli occhi dei tuoi figli il suo non è amore, ma violenza. A Chieti, presso l’Auditorium del rettorato della d’Annunzio, incontro sulla violenza di genere organizzato dalla Polizia di Stato.
Tra le innumerevoli iniziative organizzate anche in Abruzzo nell’ambito della settimana contro la Violenza sulle donne, oggi a Chieti un convegno dibattito dal titolo “Questo non è amore” organizzato dalla Polizia di Stato e volto a sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che purtroppo è un dramma ormai quotidiano. Non a caso si è scelto un luogo come una università per raccontare anche alle tante studentesse presenti al dibattito, future mamme e mogli, che la si può chiamare violenza non solo quando uno schiaffo ti piomba sul viso o una strattonata ti getta a terra: violenza è anche pedinare, demotivare, umiliare, controllare, intimidire. E se le tante facce della violenza di genere spesso si nascondono lungo i corridoi degli uffici così come dietro le porte di casa, l’evento di oggi a Chieti rientra nella seconda fase del “Progetto Camper – Il camper della Polizia di Stato contro la violenza di genere”, avviato il 2 luglio scorso, che ha visto la presenza di equipes composte da operatori in divisa e personale sanitario (medici e psicologi) disponibili anche a raccogliere denunce per fatti costituenti reato, il tutto nell’anonimato di postazioni mobili collocate in vie e piazze pubbliche. Una cosa è certa: le donne devono imparare loro per prime ad amarsi e rispettarsi, solo così potranno allontanare la mano violenta, la voce urlata e l’umiliazione gratuita. E’ Dante Cosentino, vicequestore capo della squadra volante a Pescara, a raccontare agli studenti presenti la trasversalità del fenomeno, l’impossibilità di tracciare gli identikit di vittima e aguzzino: nelle parole di Cosentino l’importanza del conoscere per riconoscere e, soprattutto, della prevenzione anche attraverso eventi come quello di oggi.
Il 25 novembre sarà la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, moltissime le iniziative che in tutto il mondo cercheranno di promuovere una “cultura del rispetto”. Nel mondo “occorrono cambiamenti culturali per smettere di guardare alle donne come cittadine di seconda classe: dobbiamo creare una cultura di rispetto”. Con questo obiettivo Michelle Bachelet, Vice Segretario Generale e Direttore Esecutivo di UN Women, ha istituito l’iniziativa della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
I numeri parlano da soli: oltre cento paesi al mondo sono ancora privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica. 7 donne su 10 sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini. La violenza, in troppi casi ancora, influisce negativamente sui risultati scolastici delle donne, sulle loro capacità di successo lavorativo e sulla loro vita pubblica, allontanando progressivamente le società dal conseguimento dell’obiettivo dell’uguaglianza di genere.
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