Shernon Holding, la società che gestiva punti vendita di Mercatone Uno, è stata dichiarata fallita. Lo rende noto la Filcams-Cgil di Reggio Emilia con una nota. Davanti a numerosi negozi chiusi sono in corso presidi e sit-in dei lavoratori.
Apprensione anche per i dipendenti del gruppo dislocati nei vari punti vendita abruzzesi. Doccia gelata per i lavoratori della Mercatone Uno. Shernon Holding, la società che meno di un anno fa aveva acquisito 55 punti vendita dello storico marchio nato a Imola (Bologna) a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, finito di recente in amministrazione straordinaria, è stata infatti dichiarata fallita dal tribunale di Milano.
I lavoratori sono venuti a conoscenza del fallimento via Facebook nella notte: “Non c’è stata nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’azienda”, ha spiegato Luca Chierici, segretario della Filcams di Reggio Emilia.
Ed è allarme tra i lavoratori, che questa mattina hanno trovato i punti vendita chiusi. Sono oltre 1.800 i dipendenti Mercatone Uno sparsi in giro per il Paese. Solo tra Bologna e provincia, oltre al quartier generale di Imola con le sue circa 60 unità di personale, Mercatone Uno conta due negozi tra il capoluogo e San Giorgio di Piano (altre 70 lavoratori), cui si sommano una quindicina di addetti nella logistica e i lavoratori di coop di appalto (un centinaio).
Sono oltre 500 le aziende fornitrici coinvolte dalla vicenda della Mercatone Uno, che vantano crediti non riscossi per circa 250 milioni di euro. Di fronte alla sentenza di fallimento, l’Associazione Fornitori Mercatone Uno rende noto di seguire attentamente “il percorso giuridico che si evolverà, soprattutto per capire le conseguenze tra questo fallimento e il procedimento di amministrazione straordinaria del Gruppo Mercatone, al fine di tutelare i crediti dei propri associati e i livelli occupazionali”. I fornitori, ha dichiarato William Beozzo Direttore dell’Associazione, “hanno sempre manifestato a tutti gli organi competenti le proprie perplessità sull’operazione con Shernon Holding. Sono stati persi altri 8 mesi e ulteriori risorse finanziarie. Ricordiamo che in gioco non ci sono solo i 1.860 dipendenti del Gruppo, a cui mandiamo tutta la nostra solidarietà, ma anche tutti i dipendenti delle nostre aziende, un indotto che coinvolge in Italia quasi 10.000 persone”.
“C’è un problema serio anche con la clientela: molta gente si è presentata stamattina nei punti vendita per ritirare merce sulla quale aveva già versato degli acconti nei giorni scorsi per migliaia di euro”. A raccontarlo è Luca Chierici, segretario della Filcams-Cgil di Reggio Emilia, in presidio con i lavoratori della Mercatone Uno nel punto vendita di Rubiera. “Le persone, trovando il negozio chiuso, in alcuni casi se la prendono con i dipendenti che ovviamente non hanno alcuna responsabilità”, spiega. Scene analoghe si stanno ripetendo anche negli altri punti vendita in giro per l’Italia, dal momento che fino a ieri l’attività di vendita era proseguita senza problemi. “Al momento non sappiamo se domani o lunedì saranno in grado di riaprire, abbiamo provato a contattare il curatore fallimentare, ma invano”, ha aggiunto Chierici.
“E’ una vicenda assurda- sottolinea Giovanni Vangi Filcams Cgil- nella comunicazione arrivata si dice che i punti vendita saranno chiusi fino al 30 maggio, data in cui è previsto un incontro al Ministero dello Sviluppo economico da cui si spera di avere qualche indicazione ma tutto il percorso è stato gestito male da anni: ora si apre un grosso problema occupazionale per il quale siamo evidentemente preoccupati” Problema che è, evidentemente, il più importante ma si creeranno disagi (come già avvenuto gli anni scorsi) anche per i clienti che non potranno ritirare mobili o altri oggetti magari già pagati interamente.
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