Il sindaco Di Primio ha annunciato una riduzione della Tari per venire incontro alle famiglie in difficoltà ma per l’opposizione è solo un contentino, alla luce della delibera annullata dal Tar Abruzzo, per cui i cittadini hanno pagato “somme ingenti”.
Dopo la sentenza del Tar Abruzzo, che ha dichiarato la nullità della delibera di Consiglio Comunale numero 230 del 31 marzo dell’anno scorso sulle tariffe 2017 della Tari, i consiglieri di minoranza tornano all’attacco, affermando che i cittadini possono richiedere il rimborso e chiedendo le dimissioni del sindaco Di Primio. Il ricorso da cui è scaturita la sentenza era stato proposto da alcuni consiglieri di minoranza del Comune di Chieti (tra questi Luigi Febo, Enrico Raimondi ed Alessandro Marzoli) e da alcuni cittadini. In sostanza i consiglieri comunali si sono mossi perché hanno ritenuto che sia stato leso l’esercizio delle prerogative del loro ufficio perché la proposta di delibera, poi approvata in aula, era arrivata in Consiglio senza la relazione al piano finanziario. Non un documento qualunque, ma un documento obbligatorio richiesto dalla legge. Secondo il Comune, però, quella relazione, vistata anche dal Collegio dei revisori dei conti, era stata regolarmente inserita nel fascicolo della proposta di delibera da sottoporre al Consiglio comunale ed era depositata in segreteria per la visione ed estrazione di copia da parte dei consiglieri. In questo modo il Comune riteneva di aver adempiuto a quanto previsto dalla legge.
“Questa Sentenza è l’ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, – commenta Luigi Febo, “dell’incapacità di questa amministrazione comunale guidata dal sindaco Di Primio che avevamo ripetutamente avvisato, sia in Commissione che in aula”.
Febo ricorda che la sentenza, anche se di primo grado, è immediatamente esecutiva:
“I cittadini, a nostro sommesso avviso, ma esiste una discreta giurisprudenza in merito”, sostiene Febo, “sarebbero già da oggi legittimati a richiedere indietro le somme versate risultando a cascata illegittime anche le iscrizioni nei ruoli delle tasse richieste ai contribuenti di Chieti per la Tari. Ma, purtroppo – e di ciò sicuramente non gioiamo – gravissime, saranno, a nostro giudizio, le ripercussioni sulla situazione finanziaria del Comune già interessata da una devastante crisi di liquidità dovuta proprio all’incapacità di riscossione dei tributi”.
A questo punto Febo annuncia che interesserà la Corte dei Conti e si domanda cosa aspettino i Consiglieri di maggioranza “per porre fine a questa esperienza amministrativa catastrofica per la città”.
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