Al via la rimozione delle macerie in Abruzzo, coinvolti tre comuni: Campotosto, Capitignano e Montereale, colpiti dal sisma dell’agosto 2016 e del gennaio 2017.
Facendo seguito alla relativa ordinanza della Regione Abruzzo, domani, lunedì 9 aprile, aprirà i battenti il deposito temporaneo intercomunale istituito nel comprensorio di Capitignano, in località Cava di Mozzano. L’impianto potrà trattare 640 tonnellate giornaliere di materiali, per un totale di 120.000 tonnellate annue. La fase operativa entra nel vivo a pochi mesi dalla definizione dell’accordo raggiunto tra Azienda, Regione, sindaci dei centri interessati e protezione civile. A siglare l’intesa sono stati Alberto Torelli, amministratore dell’Aciam (l’azienda consorziale di igiene ambientale); il sindaco di Campotosto, Luigi Cannavicci; Massimiliano Giorgi, sindaco di Montereale; Maurizio Pelosi, sindaco di Capitignano. L’attività di recupero e trattamento delle macerie sarà accuratamente rendicontata e soggetta a tracciamento integrale. L’avanzamento dei lavori sarà seguito anche attraverso un programma affine a Google Maps, consultabile dai Comuni interessati e dagli organi di controllo deputati alle verifiche.
“Le attività interesseranno circa 300 edifici siti nei tre Comuni. Con il coordinamento della protezione civile – si legge nella nota dell’Aciam – si procederà alla demolizione delle strutture da abbattere, fase già avviata e gestita dal genio civile militare. La programmazione da parte dell’Aciam per la selezione dei materiali e il trasporto al centro di stoccaggio avverrà previa acquisizione delle ordinanze degli Enti e di concerto con gli stessi, in stretta relazione con il centro operativo regionale della protezione civile. Prima delle demolizioni, i Comuni avviseranno i proprietari, che saranno accompagnati dai vigili del fuoco all’interno degli immobili per il recupero dei beni affettivi o i preziosi; contestualmente, si valuteranno elementi di valore storico/archeologico da salvaguardare, che saranno selezionati e messi in sicurezza dai professionisti dell’Aciam, opportunamente formati, con il coordinamento di specialisti della Soprintendenza e di archeologi abilitati e incaricati dall’Azienda. Ogni manufatto di valore storico – pietre angolari, chiavi e altri elementi architettonici peculiari, da riutilizzare poi in fase di ricostruzione – sarà censito, microchippato e catalogato, al fine di garantire la tracciabilità di detti beni. Nella fase di selezione verranno inoltre recuperati e catalogati i beni personali preziosi eventualmente presenti, che verranno rimossi e censiti attraverso una procedura ad hoc, per essere poi riconsegnati dalle autorità preposte agli aventi diritto. Gli addetti dell’Aciam opereranno sul posto una prima selezione dei materiali e avvieranno gli stessi al deposito temporaneo, dove subiranno un’ulteriore differenziazione e dove, dopo essere stati pesati e registrati, saranno convogliati all’impianto di triturazione mobile; i materiali residui, in ultimo, raggiungeranno le destinazioni finali per il recupero o lo smaltimento”.