Sebbene sembra intravedersi un “ridimensionamento del fenomeno epidemico non bisogna abbassare la guardia”.
Anzi, fino a che non “avremo un vaccino e la popolazione non avrà acquisito una immunità di gregge il problema potrà ripresentarsi in forma sporadica”.
E’il parere di Jacopo Vecchiet, direttore della Clinica malattie infettive del policlinico di Chieti e componente del Comitato tecnico-scientifico, istituito dalla Giunta regionale, che anticipa un possibile scenario dopo l’emergenza pandemica.
“Se le dinamiche circolatorie del virus ripercorreranno le dinamiche dei virus influenzali non è da escludere che dopo il periodo di silenzia, nella fase tipica influenzale possano esserci delle riaccenzioni. Allora dovremo essere molto attenti e molto bravi a non creare focolai ospedalieri”.
Secondo Vecchiet “la sfida si va modificando in una forma diversa, mi auguro di minor impatto numerico ma forse non meno complicata e complessa”. Sul punto della sperimentazione dei farmaci, Vecchiet assicura che stanno dando dei risultati: “Quello che abbiamo imparato a conoscere è che il virus determina un danno di tipo infiammatorio ai polmoni, pertanto se noi riusciamo ad intervenire prima che si accenda la tempesta infiammatoria otterremo dai farmaci risultati ancora migliori”.