Il nostro Paese fa le prove di zona bianca: via le restrizioni che hanno segnato la vita degli italiani negli ultimi sette mesi e riapertura di tutte le attività in Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, con tre milioni di concittadini che hanno dato l’addio al coprifuoco. La prossima data ora da segnare sul calendario è il 7 giugno: Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto passeranno in zona bianca. Riaprono i ristoranti al chiuso.
Un anticipo di quanto accadrà in 9 regioni tra le quali anche l’Abruzzo e nella provincia di Trento tra il 7 e il 14 giugno che si accompagna ad un altro passo significativo verso la normalità: la riapertura in tutta Italia dei ristoranti al chiuso a pranzo e cena, con l’obbligo di mascherina ogni volta che ci si alza dal tavolo, e la possibilità di tornare a prendere il caffè al bancone del bar.
E saltato anche il limite di massimo 4 persone al tavolo, saranno nuovamente possibili le tavolate tra amici. Il bollettino del ministero della Salute, nonostante il solito calo domenicale dei test, conferma la discesa della curva dei contagi, con 1.820 nuovi positivi (su 87mila tamponi) e il dato delle vittime ancora sotto quota cento in 24 ore. Andamento che si ritrova nei numeri di Agenas, con la percentuale di occupazione dei posti letto che scende al 12% nelle terapie intensive e all’11% nelle aree mediche, ai livelli più bassi dall’autunno scorso.
“La strategia delle riaperture graduali scelta dal governo e i sacrifici degli italiani stanno pagando” dice il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini che vede l’uscita dal tunnel: “la fine dello stato d’emergenza è vicina”.
L’attuale scade il 31 luglio e non è più prorogabile, ma è probabile che il governo decida comunque di rinnovare il provvedimento, se non altro per garantire ancora l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento, la possibilità di utilizzare lo smart working e il lavoro del Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo.
Il cronoprogramma dunque prosegue ed anzi, nelle tre regioni bianche, hanno riaperto in anticipo tutti i settori la cui ripartenza era prevista per il primo luglio: piscine al chiuso, centri termali, sale giochi, bingo, casinò, centri ricreativi e sociali, corsi di formazione pubblici e privati. Aperte anche le discoteche, ma solo per somministrazione e ristorazione: insomma, si mangia e si beve ascoltando musica ma non si può ballare.
Le uniche restrizioni rimaste sono l’utilizzo della mascherina e il distanziamento, oltre al rispetto dei protocolli che regolano i diversi settori indicati nelle linee guida. Nelle tre regioni bianche si può tornare anche a far festa. I ricevimenti dopo matrimoni e comunioni, ma anche compleanni e feste di laurea, sono consentiti mentre nelle regioni gialle si dovrà attendere il 15 giugno. Per parteciparvi, sia in zona bianca che in giallo, serve però una delle tre certificazioni verdi previste dal decreto e che durano 9 mesi: il certificato di avvenuta vaccinazione (dopo la seconda dose oppure 15 giorni dopo la prima) il certificato di guarigione o un tampone negativo effettuato 48 ore prima.
In attesa che arrivi il pass digitale sull’App Io o Immuni (potrebbe già essere pronto per il 15 giugno o al più tardi quando entrerà in vigore il green pass europeo il 1 luglio) basterà la certificazione rilasciata dall’autorità sanitaria. Una scelta, il green pass in zona bianca, criticata dalla Federmep, l’Associazione che riunisce gli operatori del settore wedding ed eventi.
La prossima data ora da segnare sul calendario è il 7 giugno: Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto passeranno in zona bianca mentre nel resto dell’Italia gialla ci sarà un altro passo verso l’addio al coprifuoco: dalle 23 slitterà alle 24. La settimana successiva, se i dati manterranno l’attuale andamento, toccherà a Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e provincia di Trento passare in bianco mentre le ultime 7 regioni e la provincia di Bolzano dovranno attendere il 21 di giugno, quando sparirà ufficialmente anche il coprifuoco. L’ultimo simbolo che se ne andrà, invece, è la mascherina.
“Si potrà pensare di togliere l’obbligo di mascherina all’aperto quando metà della popolazione sarà vaccinata – ripete anche oggi il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – Ma serve buonsenso ed è chiaro che in estate la mascherina all’aperto, dove non c’è assembramento, si può mettere nel taschino”.