Si è svolta stamane su uno dei siti della discarica di Bussi interessato dal “capping” per la messa in sicurezza, la conferenza stampa del gruppo regionale Pd a cui hanno preso parte il capogruppo Silvio Paolucci e il consigliere Antonio Blasioli e Pino De Dominicis, già presidente della Provincia di Pescara, oggi capogruppo di opposizione al Comune.
“Abbiamo voluto vederci a Bussi per rivendicare un risultato: la dichiarata volontà di riprendere le attività di messa in sicurezza sul sito della discarica ferme dal 2018, manifestata da Edison e documentata in una lettera giunta ieri al Ministero e alle autorità – così il consigliere regionale Pd Antonio Blasioli – Il 25 novembre scorso dopo un sopralluogo abbiamo visto che la copertura del capping era smantellata su più punti, una situazione che abbiamo subito segnalato al Ministero dell’Ambiente, ai Carabinieri forestali, Arta, Edison, Solvay e Comune di Bussi, per chiedere sostanzialmente due cose: notizie e ripristino dello stato del geotessile del capping e sul perché fosse in quelle condizioni e anche la rimessa in funzione del pompaggio a valle della discarica 2B che ci risultava fermo. Il capping leggero, in geotessile, realizzato qui è una misura di emergenza messa in campo da Solvay (MIE, cioè misura di emergenza che non ha bisogno di autorizzazione e che si appronta nell’immediatezza), come lo è il pompaggio dell’acqua di emulsione, che dalla cessione dei terreni al Comune di Bussi, a seguito di un accordo di programma sottoscritto il 2018 con Solvay è fermo. Il geotessile del capping posto proprio per evitare il filtraggio delle sostanze inquinanti nel terreno è oggi in condizioni allarmanti, perché scoperto su più punti. Le analisi del Soil gas che la nostra brava Arta ha eseguito su questi siti con Arpa Piemonte, dimostrano la presenza anche nell’aria, di naftalene sostanza tossica e con ogni probabilità, l’inquinamento atmosferico registrato deriva anche da questo stato di manutenzione, anche se va ancora accertato. Stessa cosa per la vasca di pompaggio (pump&stock) a monte di questo luogo e a valle delle discariche 2 A e 2B, una sorta di barriera idraulica con la funzione di rappresentare la messa in sicurezza delle discariche che dovranno essere oggetto di bonifica. Non è più funzionante e che non viene più monitorata come era avvenuto fino al 2018, ma è una misura di emergenza essenziale seppur minima in attesa della definitiva bonifica.
Alla nostra missiva è seguita una pronta azione del Ministero e della polizia provinciale che ringrazio e ieri la risposta di Edison, che è allo stato attuale la società individuata dalla Provincia come soggetto inquinatore, in attesa che si definisca il processo pendente al Consiglio di Stato. Edison, pur ribadendo come ha sempre fatto la propria estraneità alla vicenda e senza fare acquiescenza, ha chiesto al Ministero tutti gli elaborati di queste misure di emergenza per la sistemazione. In questa situazione di forte ritardo, che vede alcune misure di sicurezza mancare addirittura dal 2007, sono passati 12 anni, la nostra azione ha permesso di ripristinare la funzionalità di quelle già adottate e noi vogliamo condividere questa notizia con la comunità, ribadendo che continueremo a lavorare fuori e dentro la Commissione di inchiesta regionale per essere da pungolo, ma anche per rivendicare l’importanza del tema ambientale che almeno per questa vicenda, sembra non sollecitare l’orgoglio degli abruzzesi.”.
Tutto questo l’indomani delle prime audizioni nella Commissione d’inchiesta su Bussi in Consiglio Regionale che hanno rivelato un quadro preoccupante sulla situazione ambientale del sito:
“La Commissione d’inchiesta ben diretta da Legnini e con la partecipazione attenta di tutti i commissari, sta facendo un lavoro sui ritardi della bonifica ma ad oggi avanziamo qualche dubbio in più e a monte della bonifica, sulla mancata adozione cioè di misure di sicurezza delle discariche 2 A e 2 B e soprattutto sullo stato del misure di sicurezza di emergenza in questa zona – conclude Blasioli – Noi vogliamo però sottolineare un bel risultato, pur trattandosi di un piccolo passo nel mare di km che deve percorrere questa vicenda, per trovare una soluzione definitiva che salvaguardi ambiente non solo di Bussi e degli altri 10 Comuni facenti parte del Sito di interesse nazionale, il diritto alla salute e quello al lavoro previa reindustrializzazione, nonché della Val Pescara e del nostro mare”.
“È importante il lavoro del Pd dentro e fuori la Commissione regionale dedicata – così il capogruppo Silvio Paolucci – Continuiamo a occuparci positivamente di ambiente, a fronte di una maggioranza Regione completamente assente sul tema e su Bussi -come dimostra anche il Defr, che non prevede risorse e progetti sull’ambiente, così come non ne prevede sul tema cultura, lacune imbarazzanti. Noi non possiamo chiudere gli occhi su Bussi, né sulla necessità di scrivere un futuro diverso per questi siti e per tutto l’ambiente circostante che va tutelato e bonificato”.