Faist smantellata: esposto in Procura. Fim-Cisl: “Andiamo in tribunale”. E ora si teme per i 50 esuberi alla San Marco di Atessa, azienda dello stesso gruppo.
Intanto in una dura nota, interviene il deputato abruzzese di Italia Viva, Camillo D’Alessandro:
“Nello sfregio di ogni regola prevista sulle procedure di licenziamento collettivo la Faist ha sgomberato macchinari ed impianti, abbandonando i lavoratori al proprio destino, purtroppo nella assenza di una iniziativa della Prefettura di Chieti, che se ci fosse stata probabilmente si sarebbe evitato almeno l’intervento delle forze dell’ordine, cosa che lascia l’amaro in bocca”. A sostenerlo è il deputato abruzzese di Italia Viva Camillo D’Alessandro che ha annunciato di portare il caso della azienda Faist in Parlamento.
“Di fronte ad un rischio, che poi è diventato realtà, dell’abbandono forzoso dello stabilimento – spiega – la chiusura della Prefettura di Chieti, rispetto al grido dei lavoratori, è incomprensibile. Porto il caso in Parlamento con plurime interrogazioni, che riguarderanno i Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico,ma sopratutto chiederò conto al Ministero dell’Interno. Io stesso ho chiamato il Prefetto che era fuori sede, ma la Prefettura doveva ricevere i lavoratori e tentare mediazione possibile”.
“Il caso Faist deve diventare un caso nazionale. Forse se fosse stata una azienda con centinaia di lavoratori ci sarebbe stata una attenzione diversa e ciò rende la vicenda ancora più grave. A chi si dovrebbero appellare i lavoratori di stabilimenti con poche unità se non allo Stato? Tra l’altro di fronte a palese violazioni di norme del diritto del lavoro e delle relazioni sindacali. Quindi da oggi ognuno può venire in Abruzzo, andarsene, prendersi i macchinari, non rispettare le regole in difesa dei lavoratori? Questa è la regola? Secondo me no”.