Alcuni pescatori hanno segnalato alle Guardie WWF una inattesa presenza: giovani lucci trovati nel fiume Pescara.
Una inattesa novità nel fiume Pescara. Alcuni pescatori – si legge in una nota del WWF Chieti – hanno avuto, dopo il lockdown, la sorpresa di catturare all’amo nella zona di Brecciarola di Chieti ma anche in altri tratti del fiume, individui sub-adulti del predatore. Dalla livrea sembrerebbe il Luccio italico, Exos cisalpinus il suo nome scientifico, recentemente distinto dalla specie europea Exos lucius.
Una presenza davvero inattesa visto che nella Carta ittica di Pescara (nella prima edizione del 1999) il luccio è segnalato solo nel Saline (un unico individuo) e in quella di Chieti non è presente. Uno dei pescatori, Urbano Sulpizio, lo ha fotografato e segnalato alle Guardie Ittiche del WWF. Il Luccio infatti è alloctono in Abruzzo e non era mai stato visto quantomeno negli ultimi decenni nel maggior fiume della regione.
Resta da spiegare come sia arrivato nel Pescara. Due le possibili ipotesi: una immissione accidentale o un ripopolamento illegale. Nel primo caso i pesci, certamente presenti in laghetti privati per la pesca sportiva non lontani dal fiume, potrebbero aver raggiuto le acque libere approfittando dei periodi di ingrossamento che si sono verificati anche durante la quarantena da Covid 19, quando peraltro non c’era presenza umana.Nella seconda ipotesi potrebbe esserci stata una immissione volontaria analoga a quella illegalmente effettuata nell’estate 2018 con un Siluro (Silurus glanis), un gigantesco pesce gatto che avrebbe potuto portare danni enormi all’ittiofauna locale. In quel caso il pesce, che era stato prelevato da un laghetto privato nel quale viveva da anni e gettato nel Pescara, venne nuovamente catturato e trasferito nel Nord Italia. Un’azione che comportò l’intervento dei Carabinieri Forestali per le violazioni di legge. L’immissione di fauna ittica alloctona è infatti proibita dalla normativa in vigore. Non va dimenticato che presenze estranee nei fiumi comportano spesso danni immensi alla biodiversità locale, ancor più nel caso di pesci, come Luccio e Siluro, che sono al vertice della catena alimentare. Le Guardie Ittiche del WWF continuano a monitorare la situazione.