Nessun avvicendamento per gravidanza nella giunta comunale di Pescara. Il sindaco smentisce le voci circolate sull’assessore Laura Di Pietro, futura mamma: “la maternità non è invalidante”. Parla anche l’assessore Di Pietro.
Nella nota inviata dal primo cittadino, Marco Alessandrini, si legge:
“Torno nuovamente a leggere dai giornali di un’ipotesi di dimissioni dell’assessore Di Pietro per via della sua maternità. Vorrei una volta per tutte non solo confermare la sua presenza in Giunta, dove l’unico movimento previsto al momento riguarda la sostituzione del vice sindaco Enzo Del Vecchio, ma anche sottolineare il fatto che non considero assolutamente la maternità una condizione “invalidante”, né credo la consideri tale nemmeno l’assessore Di Pietro che era presente in Giunta anche ieri sera e oggi, nonostante le sue quasi 41 settimane di gestazione e che se in nove mesi di attesa non si è mai sottratta a sopralluoghi, riunioni e incombenze legate al suo ruolo, sicuramente saprà adempiervi anche nei mesi a venire. Una sostituzione per maternità non è né rispondente alla realtà dei fatti che ci riguardano, né onorevole per chi la ventila, considerato che siamo rappresentanti di un mondo che sostiene la famiglia, ma soprattutto tutela le donne che lavorano, che fanno politica e che scelgono anche di fare figli, senza per questo sacrificare un percorso, esattamente come accade a milioni di donne nel mondo”.
Sull’argomento interviene la stessa Laura Di Pietro:
“Ho lavorato con la pancia, lavorerò anche dopo l’arrivo di mio figlio. Da giorni mi chiedo perché il diventare mamma dovrebbe impedirmi di continuare ad impegnarmi per il bene della città. Fortunatamente non lo comprendo, né onestamente mi è chiaro cosa spinga “qualcuno” a dichiarare sui giornali che starei pensando di dimettermi in previsione dell’arrivo di mio figlio. Senza polemiche però è giusto che, come rappresentante istituzionale ma soprattutto come donna, io puntualizzi alcune cose: una politica che sostiene la famiglia e che lotta per riconoscere alle donne un ruolo più qualificante non può, allo stesso tempo, vederle fuori dai luoghi decisionali solo perché diventano mamme. Significa che decenni di conquiste e lotte di genere non sono serviti a nulla, significa offendere tutte le donne che vivono la maternità in condizioni ben più dure della mia e che, nonostante tutto, riescono a conciliare perfettamente vita professionale e privata, affrontando tutte le peculiarità organizzative che avere un figlio comporta. Se la gravidanza non mi ha impedito fino ad oggi di lavorare e rispettare i doveri a cui il ruolo di assessore mi chiama, non vedo perché questo dovrebbe cambiare una volta nato mio figlio e non capisco, nella maniera più assoluta, chi pensa o affermi il contrario. Ci sono donne che occupano incarichi dirigenziali in importanti aziende, altre che timbrano ogni mattina puntuali il cartellino e altre ancora che hanno sostenuto dure campagne elettorali pur essendo incinte o avendo appena partorito. Non ho mai pensato, né mai penserò di dimettermi per l’arrivo di mio figlio. Altro discorso è, invece, la richiesta, più o meno legittima, di alcuni esponenti politici di avere un rappresentante in Giunta. Ma queste sono valutazioni politiche e non biologiche che dovrà fare il sindaco, anche in base agli equilibri che compongono la nostra Giunta, e che gradirei non fossero mascherate da argomentazioni che offendono solamente tutte le donne”.