L’Aquila, truffa con abbonamenti a finta rivista della Polizia. La Polizia di Stato di L’Aquila ha sequestrato 273 riviste di una sedicente Associazione Poliziotti Italiani al centro di una truffa ideata da una banda di Vasto.
Le indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile, sono state avviate in seguito a una denuncia presentata presso la Questura di L’Aquila da parte del rappresentante di un istituto religioso che ha raccontato di insistenti telefonate ricevute dall’Ente ecclesiastico da parte di una donna, qualificatasi quale funzionaria della Polizia di Stato. La donna aveva richiesto un contributo in favore dell’Associazione Poliziotti Italiani, quantificato in 90 euro previo invio di un adesivo e di una rivista della predetta Associazione. Nel corso della perquisizione locale dell’appartamento utilizzato per stoccare le riviste, sono stati altresi’ rinvenute 6 pacchi pronti per essere spediti ad altrettanti destinatari, rilevati in istituti religiosi e scuole dell’intero territorio nazionale. La rivista stampata dalla predetta sedicente associazione e’ titolata “Noi cittadini per la sicurezza” ed e’ edita da F.C.R.
I DETTAGLI – “Abbiamo voluto smantellare al più presto un’organizzazione criminale che diffondeva un messaggio del tutto errato, ovvero che la Polizia chiede soldi in cambio dell’invio di riviste: l’unica nostra rivista ufficiale si chiama Polizia moderna e ci si abbona con canali ufficiali”. Così il dirigente della squadra Mobile della questura dell’Aquila, Tommaso Niglio, ha illustrato i dettagli dell’inchiesta che vede due cittadini vastesi indagati per truffa e sostituzione di persona, per aver provato a piazzare delle pubblicazioni, autentiche e reperite in modo ancora da chiarire, spacciandosi per operatori della Polizia e telefonando a scuole e istituti religiosi per vendere indebitamente il materiale cartaceo e su cd. “Rivolgo un invito a qualunque cittadino cui venga chiesto denaro per conto nostro: ci chiami subito così che si possano fare accertamenti”, ha detto il funzionario. Gli indagati sono una coppia, G.G.C., uomo, e A.M.L.V., donna, entrambi quarantenni e definiti “artisti della truffa”, con precedenti specifici. “Per ora sono queste due le persone coinvolte, ma non escludiamo l’iscrizione di altri soggetti nel registro degli indagati e l’aggiunta di altre ipotesi di reato”, ha svelato Niglio, con la Ps che indaga su delega del sostituto procuratore David Mancini, titolare del fascicolo. Le riviste, ha chiarito Niglio, erano “testate regolarmente registrate presso i rispettivi tribunali” e con “dei contenuti credibili e approfonditi, anche se alcuni cd risalgono al 2012”. Si tratta delle pubblicazioni La Protezione civile italiana, 115 Codice rosso e Noi cittadini per la sicurezza, i cui editori, ha svelato il capo della Mobile, “hanno annunciato che si costituiranno parte civile al momento del processo”.